A volte prendendo i bus notturni a Roma-il sabato sera-«si rischia la pelle». Se qualche autista, forse particolarmente ‘arzillo’«guida in maniera molto spericolata»: curve prese in velocità, frenate improvvise, semafori rossi che non vengono rispettati e accelerazioni improvvise. Stando almeno alle parole di Giulia Banella, cittadina che lunedì scorso si sfoga apertamente al giornale Repubblica.
Non è la prima volta che autisti dell’Atac dimostrano di non avere un comportamento appropriato. L’episodio risale al 7 ottobre 2013: la linea 628, tratta Cesare Baronio Maresciallo Giardino, ritarda di oltre mezz’ora alla fermata di Porta Metronia. Un passeggero protesta animatamente nei confronti dell’autista che perde la pazienza e decide di sospendere il servizio. L’autobus, stracolmo di gente, resta fermo per oltre un quarto d’ora, scatenando l’ira di studenti e lavoratori che restano bloccati senza poter scendere. Solo alle 9.20 l’autobus riparte.
«È stato un vero e proprio capriccio dell’autista, ha peggiorato la grave situazione di un servizio disastroso, inefficiente e distrutto da un vertice corrotto e non funzionante. Che l’Atac dia risposte serie. Ricatti del genere, ad oggi, sono a dir poco inaccettabili». Sono le parole di Riccardo Cotumaccio che ha postato l’episodio con un video sul sito RomaFaSchifo. Un ragazzo che era sull’autobus, Alessio Colangelo, confessa: «quello dell’autista è stato un cattivo esempio. Dovrebbe essere denunciato per sequestro di persona, per interruzione di servizio pubblico e per non aver aperto la vettura stracolma di gente».
Spesso accade che gli autisti non si fermino pur prenotando la fermata. Una situazione simile, racconta una passeggera, è accaduta sulla linea 781, tratta Magliana/Scarperia Teatro Marcello. Prenota la fermata per scendere a Testaccio e l’autista ignora palesemente la sua richiesta. Stava per finire il turno e aveva fretta di tornare a casa. La signora nonostante la chiamata al servizio Atac non ha ricevuto nessuna nota di interesse per un provvedimento all’autista.
È vero anche che gli autisti alcune volte sono vittime di una città troppo caotica: il traffico incide molto sui ritardi. Molte aggressioni si sono verificate contro i conducenti: è il 9 ottobre 2013, sulla linea 511, al capolinea della stazione Pantano/Borghese, l’autista apre le porte per far scendere una decina di persone e si appresta a lasciare il posto di guida, quando un romano di 53 anni comincia a gridare che per lui la corsa non era finita. Anzi occorreva che l’autista facesse ripartire la vettura per portarlo a casa. Il cinquantenne ha iniziato a prendere a calci lo sportello della cabina blindata lesionando il vetro. Se non fosse intervenuta subito la polizia, l’autista avrebbe subito una dura aggressione.
Un evento recente è accaduto al capolinea di Val Cannuta sulla linea 889. Un aggressione brutale costata a Romeo F. un ricovero all’Aurelia Hospital e 15 giorni di prognosi. L’uomo di 47 anni è incredulo a quello che è accaduto. Racconta : «Ero fermo al capolinea di Val Cannuta in attesa di partire con la corsa delle 21:24. Mentre compilavo il foglio di marcia ho sentito aprire la portiera anteriore. Inizialmente ho pensato che fosse un collega, ma quando mi sono girato, sono stato colpito da una sprangata in faccia. L’unica cosa che ricordo è un ragazzo, con il casco nero, che prima di scendere dall’autobus mi ha riempito di parolacce in accento romano». L’aggressione è stata denunciata.
Dopo quanto si è verificato in passato su altre linee e in diverse parti della capitale è doveroso ed urgente provvedere alla tutela di incolpevoli autisti che spesso fanno da parafulmine alle mancanze del trasporto pubblico diventando oggetto di ira da parte dei passeggeri. È anche vero il contrario, spesso sono i cittadini vittime e bersagli facili su cui scaricare le frustrazioni da parte degli autisti: non si arrestano alle fermate, sono al cellulare mentre guidano, occupano troppi minuti ai capolinea.
La prima cosa da fare è investire per incrementare il servizio pubblico nella capitale: autobus, tram e metropolitana devono essere efficienti e “spaccare il minuto” per evitare che si creino autobus stracolmi di gente soprattutto nelle ore di punta ed evitare malumori della gente che può scagliare la violenza contro il conducente. Molti lamentano mezzi poco adatti ai disabili come le parole di Livio Mario Caldrevi sul giornale Repubblica: «Ho assistito ieri mattina ad una scena indegna per una capitale che si dichiara moderna. Una signora disabile che camminava con il bastone, abbastanza trafelata, doveva prendere il tram alla fermata del Verano, e ha avuto notevoli difficoltà a prendere posto a causa dei gradini per salire sul mezzo visto che non c’era una rampa, un passamano o uno scivolo per accedere. I passeggeri sono scesi per aiutarla a salire ma dico, non dovrebbe essere garantito anche ai disabili l’accesso ai mezzi urbani?».
di Donatella De Stefano