Bruno Ranalletta, 27enne romano, è un ballerino e un insegnante di danza. Lo scorso 30 marzo presso Arendok, vicino Anversa in Belgio, ha superato la terza preselezione al campionato belga di danze sportive organizzato dalla Federazione Belga (BDSF), classificandosi al primo posto.
Qual è la tua giornata tipo?
«Una buona colazione e il sorriso fin dal mattino per iniziare gli allenamenti personali o per insegnare a scuola di danza. Non possiamo permetterci di trasmettere negatività alle persone alle quali insegniamo. La giornata prosegue con il pranzo e gli allenamenti di coppia con la mia partner per migliorare le prestazioni o preparare una gara. Il resto della giornata è dedicata all’insegnamento di Zumba Fitness o la maggior parte delle volte alla danza di coppia o per singoli. Torno a casa la sera tardi, ma felice»
A che età hai scoperto la passione per la danza?
«Avevo 10 anni i miei zii mi proposero di iniziare un percorso amatoriale. Dopo un iniziale scetticismo, mi sono dedicato con passione, serietà e dedizione alla danza ed è stata l’unica disciplina che ho proseguito tra le tante iniziate. All’inizio avevo il timore di essere deriso dagli amici, poi ho capito che questo sport è l’unico che ti rende maschio più di tanti altri»
Ricordi la prima volta che ti sei esibito su un palcoscenico?
«Certo, anche se la prima volta non è stata su un vero palcoscenico. I saggi di danza sportiva si svolgevano maggiormente presso locali da ballo. Poi ho conosciuto l’emozione di salire sul palco di un teatro per esibirmi davanti ad un pubblico e di quell’emozione non puoi più farne a meno. Cerchi di trasmettere emozioni alle persone che assistono e dai il meglio di te»
Secondo te, quali sono le qualità necessarie per raggiungere il successo come ballerino?
«Penso che il successo sia gli obiettivi che un atleta conquista giorno per giorno con sudore e sacrifici. Anche quando ci si sentirà il migliore sarà necessario dimostrarsi umile. Per raggiungere il successo è necessario anche scegliere un buon percorso di crescita fin da piccoli e insegnanti capaci e adatti a noi. Riassumerei tutto con umiltà, costanza, dedizione e idee chiare»
Ballerino o insegnante di danza?
«Entrambi. L’insegnamento mi da tante soddisfazioni, ma non esiste l’insegnante di danza se non c’è il ballerino»
Cosa pensi della danza in Italia?
«Viene sottovalutata e spesso la si considera un passatempo. Nell’agonismo, poi, i ragazzi incontrano tanti ostacoli anche nelle competizioni. La danza dovrebbe essere maggiormente accessibile e più trasparente nei regolamenti sportivi»
A quale genere di danza sei più legato? Perché?
«Io provengo dalla danza sportiva ed ho praticato gli stili che vanno dal liscio unificato, le danze standard, i balli caraibici e poi scegliere le danze latino americane che è lo stile che ama di più. Quest’ultime sono più colorate, ricche di storia e tecnica per non parlare dell’artisticità»
I tuoi genitori ti hanno mai ostacolato in questa tua passione?
«È praticamente impossibile praticare questo sport senza l’aiuto dei genitori sia per l’aspetto economico che logistico. I miei genitori non mi hanno ostacolato, ma sono stati obiettivi nel farmi conoscere gli aspetti negativi»
Hai visto il film Billy Elliot? Quante volte?
«Si, almeno cinque volte»
Cosa diresti ai genitori che ostacolano la danza classica dei loro figli maschi?
«I bambini dovrebbero scegliere da soli e i genitori dovrebbero abbandonare i pregiudizi verso la danza, che come ogni altro sport forma sia fisicamente che mentalmente meglio di altri sport prettamente maschili»
Segui la trasmissione Amici della De Filippi? Qual è il concorrente che speri vinca?
«Quest’anno la mia disciplina è presente nella trasmissione di Maria e penso che Vincenzo e la sua ballerina hanno buone possibilità di portare a casa un risultato positivo… io tifo per loro»
Con quale coreografo ti piacerebbe lavorare?
«I coreografi con i quali ho studiato sono sicuramenti i primi con cui mi piacerebbe lavorare. Tra i coreografi non specifici della mia disciplina vorrei lavorare con Peparini, Garrison, Garofalo e Bill Goodson. Le loro coreografie sono d’impatto»
Un sogno che non si è ancora realizzato?
«Rappresentare l’Italia in una competizione mondiale, insegnare a delle coppie che raggiungano risultati importanti e avere una mia scuola di danza di alto livello»
Qualche aneddoto?
«Il campionato italiano nel quale con la mia partner riuscimmo a raggiungere un buon risultato nonostante fosse la nostra prima gara e avessimo poca esperienza. Non riesco a dimenticare l’emozione che ho provato nel sentire nominare il nostro numero di gara»
Che progetti hai adesso per l’immediato e il futuro?
«Vorrei migliorare sia come ballerino che come insegnante e continuare il percorso che ho intrapreso nella danza»
di Fabio Galli