Tre capitali europee collaborano alla realizzazione della mostra su Pierpaolo Pasolini ospitata dal Palazzo delle Esposizioni. Una bella occasione per rivivere un’epoca e non perderne la complessità. La mostra raccoglie una quantità di materiale che offre agli appassionati un incontro ravvicinato e indubbiamente emozionante. Una buona esposizione aiuta il visitatore a immergersi completamente nel mondo pasoliniano. Sporadiche ingenuità nelle didascalie possono essere ravvisate dagli esperti dell’autore. Soltanto chi di Pasolini fa religione potrà invece lamentare la mancanza di qualche carta, che tutto sommato avrebbe completato la ricostruzione.
Al di là degli appunti dei “religiosi”, la mostra è esaustiva e riesce meglio di altre prove a rendere la ricchezza del personaggio. La scansione cronologica aiuta una sistemazione pur necessaria alla conoscenza di qualunque oggetto. Non c’è aspetto realmente eluso dagli organizzatori: il cinema, la poesia, la critica, gli incontri, la musica e il disegno. Un appuntamento con il novecento. Dalle masse ai personaggi di spicco: pochi soggetti, individuali o collettivi che fossero, sfuggirono al contatto con Pasolini. Del resto, la ricerca del contatto è una costante in questa vita. La differenza è decretata dall’importanza accordata alla parola che veicola ogni contatto. La ricerca linguistica definisce il metodo di Pasolini. E il metodo distingue il genio. L’attenzione alla parola è la strada più sicura verso l’essenza delle cose. La parola richiede altrettanta cura nel momento in cui deve restituire quest’essenza al mondo. Da qui una nuova ricerca linguistica: dapprima per esigenza di comprensione, poi per la diffusione. Le formule dei geni sfuggono, ma quella di Pasolini, forse, si aggira qui intorno.
Chiunque volesse andare oltre le abusate e dubbiamente utili apologie del personaggio deve passare per lo studio che solo assicura una valida conoscenza. Gli strumenti per perseguirla ci sono sempre stati. Questa è un’occasione in più e più piacevole. Non solo mostra, tra l’altro. Una serie di interventi e proiezioni contribuiranno a completare l’immagine dell’intellettuale. La presenza di Ninetto Davoli, prima fra tutte, lascia sperare in una restituzione del personaggio particolarmente viva e rispondente al vero. Carla Benedetti e Nico Naldini sono soltanto altri due nomi che hanno voluto partecipare a questa ricostruzione.
Elisiana Fratocchi