«Non tutte le città sono uguali come non sono uguali tutte le Nazioni, ma quando dico che appartengo a quel posto, a quel Comune e quindi che “tengo una bella casa lì” sto consolidando una vecchia idea di città (mi interesso della mia casa e della mia famiglia) che è assai differente dalla concezione insita nelle politiche urbane nell’Agenda europea. Questo non toglie che se vuoi migliorare la tua città per rendendola più confortevole e ricca devi poterti confrontare con i nuovi modelli mitteleuropei per poi arrivare nel mondo.
Nel nostro sistema culturale, il luogo di nascita è il depositario della nostra identità, non riusciamo a distaccarci. In Inghilterra, ad esempio, invece è il contrario, considerandosi Londra una grande città europea e cosmopolitana. Le città, nonostante tutto, rimangono centri di creatività e motori della crescita europea e si trovano a contrastare problemi gravi come l’emarginazione sociale, l’inquinamento atmosferico o la disoccupazione, lo sviluppo del capitale umano. In quest’ottica, la dimensione urbana rappresenta un livello sempre più strategico nello scenario europeo.
Gli investimenti territoriali integrati, che sono oggi a disposizione, possono essere utilizzati in maniera efficiente se la specifica area geografica in questione possiede una strategia territoriale integrata e intersettoriale. Qualsiasi area geografica con caratteristiche territoriali particolari può esserne oggetto . Il riscatto della qualità dell’azione pubblica è, per tutti noi che abbiamo a cuore il rilancio della Provincia frusinate, guardare alla crescita futura attraverso lo sviluppo, la qualità e la coesione. Questi sono i primi punti da perseguire della agenda urbana entro il nuovo mainstream urbano europeo (sostenibile, intelligente e solidale). Il rilancio dell’agenda pubblica per le nostre città dovrà diventare un driver che sia in grado di guidare la ripresa della produttività dei territori, il miglioramento della qualità dei servizi essenziali, l’incremento della sostenibilità ecologica degli insediamenti, il ripensamento di un welfare più solidale.
Occorre quindi ripensare il modello urbano per essere in grado di affrontare le nuove sfide proposte da “Europa 2020” per le città che si imporranno solo se saranno più generative e adattative favorendo economia a basse emissioni di anidride carbonica, competitività dell’industria solidale focalizzata sulla creazione di posti di lavoro, sulla riduzione della povertà e sul sostegno al welfare.
Infatti, la strategia Europa 2020 s’impernia su alcuni ambiziosi obiettivi riguardanti l’occupazione, la ricerca, l’istruzione, la riduzione della povertà e i cambiamenti climatici/l’energia. Non si tratta solo di perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale, di crescita quantitativa o di rispondere ai nuovi bisogni sociali ma di rivedere il modello di sviluppo ripensando il modello urbanistico che deve guidare, progettare e regolare lo stesso. Da abbandonare il modello urbanistico del Novecento basato su tre R- Risorse pubbliche, Rendita e Regolazione, per perseguire un modello di governo delle città alimentato da nuove tre R- Resilienza, Riciclo e Riattivazione dei capitali urbani. Questo modello è stato disegnato e tracciato nell’accordo di partenariato del Progetto di Area Vasta Smart Provinciale sull’ economia circolare nel luglio del 2016 a firma di Comuni locali, Enti di ricerca, Universà, PMI.
A chi ha pensato di governare in questi anni e a chi lo farà nei prossimi anni vogliamo solo dire, con rinnovato vigore, che la visione proattiva ci permetterà di uscire dalla crisi permettendoci di sviluppare infrastrutture materiali di base, modernizzando le specificità economiche, sociali e ambientali con investimenti intelligenti in nuove strutture e servizi tecnologici così come recuperando siti industriali e bonificando terreni contaminati. Tutto questo solo per cominciare, ovviamente».
Giuseppina Bonaviri