«Abbiamo sperato che Milano, con la sua solida candidatura, fosse la nuova sede dell’Ema e perché aveva tutte le carte in regola e perché il Sistema Paese avrebbe potuto riprendere una ventata di ossigeno con 2 miliardi di indotto che si sarebbero venuti a creati nell’immediato. Ma l’Europa ha deciso di non scegliere e si perde dentro un sorteggio, previsto si dai regolamenti ma inadeguato e fuorviante.
La procedura per la scelta della sede dell’Agenzia europea del farmaco si chiude con una beffa per noi italiani. Dopo un pareggio tra Milano ed Amsterdam con 13 voti pari, ci si è affidati al caso. Forse c’è stata l’astensione della Slovacchia, che con Bratislava, era considerata tra i candidati più forti prima dell’inizio delle votazioni e che invece stranamente non è arrivata al secondo turno. Un dossier competitivo quello di Milano che con il Governo, la rete di diplomatici e del mondo delle imprese avevano fatto un ottimo lavoro. Forse si è arrivati al sorteggio per non scontentare nessuno?
Considerazioni logiche ma che non ci consolano. Ed allora vogliano dire che è arrivato il momento di prendere coscienza delle reali forze che il nostro Paese ha rimettendolo al centro con progettualità competitive, alternative e di innovazione tecnologica perché ne abbiamo la consapevolezza ed il diritto essendo l’Italia il Paese con i migliori ricercatori e con il più alto impact factor al mondo.
Dobbiamo rimanere nella partita anche perché il riconoscimento alla filiera del pharma italiano e alla sua attrattività c’è. A tal proposito ricordiamo che la Regione Lazio con tutto il suo distretto industriale locale vanta più imprese (2099) di Milano anche se con meno della metà dei lavoratori. Un bacino che va sviluppato molto nel biomedicale come nel campo delle biotecnologie e scienze della vita se si vuole rimanere credibili.
In tutto questo continuiamo a credere che la nostra Provincia frusinate, grazie al Progetto di Area Vasta Smart sviluppato, possa diventare polo gravitazionale per le industrie del settore biomedico, luogo decisionale e catalizzatore di investimenti in ricerca e sviluppo con ricadute sulle nostre strutture ospedaliere che invece, oggi, sono in totale declino. Diventando attrattivi all’interno di questa competizione viva europea potremo finalmente attirare pazienti grazie all’offerta di Eccellenza e non, invece, continuare a massacrare il territorio ai danni della gente con operazioni indiscriminate che vedono troppo spesso chiudere strutture sanitarie. Tutto ciò con operazioni bieche correntizie e partitiche e con la conseguente inadeguatezza di chi camuffata giri di affari in commissariamenti i vari e giri di valzer tra un ente ed un altro».
Giuseppina Bonaviri