“L’enfasi e il rilievo con cui è stato trattato il caso di 58 medici dell’Ospedale “San Camillo”, “rei” di non aver versato entro i previsti 10 giorni dal regolamento aziendale la somma percepita in intra moenia allargata, dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, il clima da caccia alle streghe esistente nei confronti dei camici bianchi”. E’ quanto rilevano il Dr. Pierluigi Bartoletti, segretario provinciale della FIMMG per Roma, il Dr. Antonio Magi, del Sindacato specialisti ambulatoriali SUMAI, e il Dr. Foad Aodi, Presidente dell ‘Associazione Medici d’ origine Straniera in Italia (AMSI), insieme agli altri componenti della lista per le elezioni dell’ Ordine dei Medici di Roma “Medici Uniti”.
“Senza vena polemica o senza voler assumere una “difesa d’ufficio” dei medici sospesi dall’ intra moenia per il ritardo (difesa che, tra l’ altro, vista l’entità della vicenda, sarebbe esagerata), si tratta, a una prima valutazione dei fatti, d’ un ritardo di versamento delle parcelle percepite in attività intra moenia allargata rispetto al 10 giorni previsti dal regolamento aziendale. Certo, versare in ritardo delle quote percepite per conto anche dell’Azienda è una mancanza, come magari dimenticarsi di pagare la bolletta del telefono o della luce: ma, prima d’ adottare provvedimenti punitivi e di comunicare all’ esterno tali fatti, in casi come questi di norma, constatato il ritardo, se ne sollecita il versamento; e solo dopo il sollecito, se inevaso, si stacca la luce od il telefono. Ci sembra francamente poco opportuno prendersela coi ritardatari trattandoli alla stregua di evasori fiscali inveterati.
Diverso è il caso dei colleghi che, secondo la stampa, svolgevano attività intra moenia in orario di lavoro”, prosegue la nota firmata da questi medici. “In questo caso, qualora i fatti fossero acclarati, la fermezza non guasta: senza però dar eccessivo risalto a una mancanza (grave, ma che coinvolgerebbe, se accertata, 7 medici sulle centinaia che lavorano tutti i giorni al San Camillo-Forlanini). In tal modo, così come son stati illustrati i fatti si delegittimano tutti quegli operatori che da 10 anni stanno pagando sul loro camice, insieme ai cittadini, il piano di rientro dal deficit, e che tutti i giorni e le notti si prodigano, nonostante le difficoltà, nel curare le persone. Riteniamo che perchè il Lazio possa tornare ad essere la Regione delle eccellenze in sanità, vada ripristinato un sistema di regole da rispettare, per i medici e per chi li amministra; e soprattutto vada perseguita la ricerca d’ un clima di collaborazione reciproca tra gli operatori della sanità, tutti, e le Istituzioni. Il sensazionalismo non aiuta in tal senso”. La nota è firmata da: Dr. Pier Luigi Bartoletti (FIMMG), Dr. Antonio Magi (SUMAI), Dr. Foad Aodi (AMSI), Dr. Roberto Bonfili (UIL Medici), Dr. Stefano Canitano (FASSID SNR), Dr. Giuseppe Imperoli (CISL Medici), Dr.ssa Cristina Patrizi (SMI FVP), Dr.ssa Maria Grazia Tarsitano, Prof. Gianfranco Damiani, Dr.ssa Rosa Maria Scalise, Dr.ssa Luisa Gatta, Dr. Emanuele Bartoletti. Dr.ssa Maria Cristina Billi, Dr. Antonio Manieri, Dr. Musa Awad, Dr. Ivo Pulcini, Prof. Luigi Tonino Marsella, Dr. Claudio Colistra, Dr. Alfredo Cuffari.
Fabrizio Federici