«Propongo ai poliziotti di levarsi il casco, fa caldo oggi. Qui con noi non c’è nulla da temere», si sente dire a manifestazione inoltrata, all’altezza di Piazza Venezia. Il tutto si è svolto tranquillamente, nonostante una scorta imponente si fosse preparata ad accompagnare il corteo.
Il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua, No Tav, ambientalisti, sindacati e municipi hanno marciato ieri contro l’ondata di privatizzazioni, ipotizzabile considerando una politica europea imperniata sull’austerity. Lo scopo della manifestazione parte dalla volontà di ribadire i risultati referendari del 2011, che potrebbero essere minacciati dall’imporsi della crisi, per alcuni risolvibile soltanto a partire dalla logica del “privato è bello”.
Aderiscono Sel, Rifondazione, la lista L’Altra Europa con Tsipras. Partecipa anche Legambiente. Presenza considerevole di movimenti del nord; oltre ai No Tav si fanno sentire quelli del Comitato No Grandi Navi di Venezia. Oltre ai gruppi romani, dal Lazio, gli ambientalisti della LIP (legge di iniziativa popolare)Valle del Sacco, i ragazzi di Retuvasa (rete tutela valle del sacco) e dell’UGI (unione giovani indipendenti); da tempo in lotta per la difesa di una delle zone più minate dalle cattive politiche ambientali . In piazza anche studenti di medicina che vedono minacciata la possibilità di proseguire i propri studi con il taglio dei posti per le specializzazioni, che sole rendono possibile l’esercizio della professione. Quando si parla di beni comuni, non vengono assolutamente elusi i diritti sociali, il lavoro e la democrazia. Tutto ciò che non dovrebbe essere «alienabile o mercificabile», come affermano alcuni striscioni.
Elisiana Fratocchi