Baglioni-Hunziker-Favino nell’Hall of Fame del Festival
Sanremo 2018 entra ufficialmente nell’Hall of Fame della televisione italiana. Con una media del 52,16% di share, è risultata, in termini di share, l’edizione più seguita del Festival dal 2002, fatta eccezione nel 2005, che raggiunse una percentuale di poco superiore (52,79%).
Un trio affiatato formato dal direttore artistico Baglioni scherzosamente definito “dittatore” artistico affiancato dalle mani sicure e l’esperienza di Michelle Hunziker alla seconda conduzione e dal formidabile “tuttofare” Pierfrancesco Favino, da oggi non più soltanto attore ma sicuramente showman.
Dominio sui social con il doppio hashtag #Sanremo2018 #Sanremo18, record anche per il simpatico Dopo Festival di Edoardo Leo.
Per la sezione Nuove Proposte ha trionfato l’esordiente Ultimo con “Il ballo delle incertezze”.
La rivincita di Meta-Moro in corsa all’Eurovision
La classifica finale più attesa invece, ha sancito come vincitore della 68esima edizione e del premio Tim Music (brano più ascoltato), Ermal Meta e Fabrizio Moro con il brano discusso “Non mi avete fatto niente”.
Certamente una rivincita per il duo inedito che è stato bersagliato nel corso della settimana da critiche pesanti da parte della stampa con l’accusa di plagio.
Il testo infatti riprende l’intero ritornello e una parte della musicalità di “Silenzio” scritto da Febo, autore anche della canzone vincitrice del festival.
Per quasi 24 ore, i due concorrenti sono stati sospesi in attesa di giudizio, ma l’Ufficio Stampa Rai con un comunicato, ha convalidato il brano dichiarandolo conforme alle regole della manifestazione che prevede opere inedite, ma per il 33% simili ad altre.
Una regola poco chiara, da prendere in considerazione un possibile cambiamento nella prossima edizione. Sta di fatto che la canzone “Silenzio” interpretata all’epoca da Calvani e De Pascali, non ha avuto una vera e propria commercializzazione.
Al di là delle critiche e della meritata vittoria, Ermal Meta e Fabrizio Moro si presenteranno all’Eurovision Song Contest con il loro inno alla vita contro il terrorismo proprio davanti al pubblico francese.
“Lo Stato Sociale” vice campioni tra risate e luoghi comuni
Al secondo gradino emerge la sorprendente band bolognese “Lo Stato Sociale” con “Una vita in vacanza” vincitore anche del premio Dalla, assegnato dalla Sala Stampa. L’esibizione per certi versi “Gabbianiana” ha portato allegria tra gli spettatori soprattutto per l’incredibile danzatrice 83enne brittanica, Paddy Jones. Testo fresco e ironico verso i luoghi comuni attuali in Italia. Al terzo posto si posiziona Annalisa con “Il mondo prima di te”. La cantautrice ligure, mostra come sempre straordinarie doti canore, non sempre accostate da opere all’altezza della sua bravura artistica.
La romanità raffinata di Barbarossa, Ron e Vanoni non deludono. “Arrivedorci” amaro per Elio e le storie Tese
Sotto al podio ecco Ron con il pezzo inedito di Lucio Dalla “Almeno pensami”. Per lui si aggiunge il meritato premio della critica Mia Martini. Al quinto posto l’inesauribile Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico. Il brano “Imparare ad amarsi” ha ricevuto il “Baglioni d’oro” nel Dopo Festival e il premio Sergio Endrigo come miglior interpretazione. Applausi per “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” dolce sinfonia portata sul palco da Max Gazze. Il cantautore romano ha ricevuto il Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale. Di un gradino sotto, la romanità raffinata di Luca Barbarossa con “Passame er sale”. Ritmi poetici che ricordano in alcuni tratti il grande Lando Fiorini. Per il vincitore di Sanremo 92, il Premio Lunezia per il valore musical-letterario del brano. Tra le delusioni i The Kolors soltanto al nono posto, la coppia Avitabile-Servillo ferma il dodicesimo non influisce più di tanto, crollo di Noemi al 14esimo posto, nei bassifondi della graduatoria, Nina Zilli al 17esimo, malissimo Mario Biondi penultimo e Elio e le Storie Tese, lo storico gruppo si scioglie con un brutto 20esimo posto.
In conclusione l’attacco personale antisatirico del rivale Antonio Ricci, ha condizionato per nulla gli ascolti. Quasi 11 milioni di spettatori hanno seguito uno dei pochi eventi culturali rimasti in tv.
Articolo di Alberto Fuschi