E’ stata presentata a Roma alla Biblioteca del Senato la diciottesima edizione dell’Edelman Trust Barometer https://www.edelman.com/trust-barometer, la più importante indagine globale sul tema della fiducia realizzata da Edelman, prima agenzia di comunicazione indipendente al mondo, in 28 paesi su di un campione di 33.000 persone. La ricerca fotografa una situazione in cui l’indice di fiducia su scala mondiale guadagna un solo punto rispetto allo scorso anno (da 47 a 48) ma 20 paesi su 28 restano al di sotto della soglia della fiducia, uno in più rispetto allo scorso anno.
Un quadro difficile nel quale l’Italia non rappresenta un’ eccezione. Dopo gli USA che perdono ben 9 punti, siamo il paese che fa registrare il calo di fiducia più marcato rispetto allo scorso anno: da 48 a 43. Perdono 4 punti percentuali il governo, 3 i media, uno le imprese e 13 le NGO’S (record mondiale). In Europa con un indice di 43 l’Italia è sette punti sotto la soglia della fiducia, dietro Olanda e Spagna ma comunque davanti a paesi come Germania, Francia, Regno Unito e Svezia.
Il 61% del campione in Italia crede che il governo sia l’istituzione meno credibile (su scala globale è il 42%) mentre è interessante notare che solo per l’8% del campione i media sono l’istituzione più screditata mentre su base globale si arriva al 20%.
Per il 34% del campione le aziende dovrebbero prendere in mano il paese verso il futuro, solo l’11% assegna questo ruolo al governo, in netta controtendenza rispetto al dato globale che è il 30%. Forte è la preoccupazione verso le fake news: il 70% degli italiani crede che possano essere usate come un’arma e questo dato si riflette nella fiducia verso il giornalismo tradizionale che è ben 14 punti percentuali superiore rispetto al dato relativo ai motori di ricerca e ai social media (67 contro 53). Nell’ultimo anno il giornalismo tradizionale ha guadagnato in Italia 2 punti mentre social e motori di ricerca ne hanno persi 5.
Gli italiani sono comunque disorientati rispetto alle notizie: il 67% del campione non sa come distinguere il corretto giornalismo dai rumors e dalle notizie false, un dato superiore di 4 punti rispetto a quello globale , mentre il 65% afferma che sta diventando difficile capire se una notizia provenga da un media autorevole, un dato superiore di ben 6 punti rispetto alla media globale.
Le “autorità” riprendono importanti quote di credibilità. In Italia, i CEO fanno un balzo di 5 punti, i giornalisti di 6, gli accademici e i tecnici di 4 ai danni della “gente come te” che perde ben 6 punti percentuali e dei rappresentanti delle NGO’s che ne perdono 4. In Italia i datori di lavoro guadagnano ben 14 punti in termini di fiducia rispetto allo scorso anno Dall’indagine emerge che le imprese hanno un nuovo importante margine per tornare a fare opinione. Sempre che rispettino i desideri della gente, che in Italia vuol dire: offrire prodotti di alta qualità (62%), agire in modo tale che l’azienda sia affidabile (60%), prendere decisioni in linea con i valori aziendali (57%), pagare nella stessa misura i diversi generi (52%). Ill 61% degli intervistati ritiene che i CEO dovrebbero indicare al governo le scelte e non aspettare che vengano imposte.
Per quanto riguarda i singoli settori, sia in Italia che nel mondo la tecnologia è al vertice, con percentuali del 78% nel nostro Paese e del 75% come media mondiale. In Italia è la distribuzione che si colloca al secondo posto (74%), mentre in coda si piazzano i servizi finanziari (43%), ultimi anche nella media mondiale con la stessa percentuale. L’automotive e le telecomunicazioni perdono 5 punti rispetto allo scorso anno mentre i servizi professionali guadagnano 4 punti. In generale però perdono fiducia 9 settori aziendali su 15.
Positivo per l’Italia è il fatto che le imprese che “battono” la nostra bandiera siano salite di due punti nella graduatoria mondiale, raggiungendo il livello del 50%, esattamente lo stesso delle imprese statunitensi, che invece sono crollate di 5 punti percentuali nella stima del mondo. In calo anche le aziende inglesi (-4 punti) e tedesche (-2). In testa alla graduatoria ci sono sempre le imprese canadesi, con un eccellente 68%, seguite da quelle svizzere (66%) e dalle svedesi (65%).
“La fiducia è un fattore fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico di un paese ed è per questo che Edelman da 18 anni realizza l’Edelman Trust Barometer, la più importante ricerca al mondo su questo tema. I nostri dati ci indicano che l’Italia, pur in una situazione di difficoltà, non è messa peggio dei propri partner europei principali e per la parte di campione più informato è addirittura al secondo posto in Europa dopo l’Olanda per fiducia. – ha affermato Fiorella Passoni, Amministratore Delegato di Edelman Italia – L’analisi effettuata sui media indica una rivincita del giornalismo tradizionale rispetto ai social e ai motori di ricerca e la ricerca conferma le alte aspettative che gli italiani ripongono sul mondo aziendale che più del governo viene considerato come un soggetto in grado di guidare il paese verso un futuro migliore”
COME FUNZIONA L’EDELMAN TRUST BAROMETER
L’indagine è stata realizzata dalla società di ricerca Edelman Intelligence, parte del gruppo Edelman, e si basa su interviste online di 30 minuti condotte fra il 28 Ottobre e il 20 novembre 2017. Il campione è costituito da oltre 33.000 persone residenti in 28 Paesi; di questi 6.200, di età compresa fra i 25 e i 64 anni, rappresentano il pubblico ben informato (laureati, con un reddito che si colloca nella fascia alta del 25%, abituali lettori e fruitori di informazioni). L’indagine ha definito come “pubblico informato” i rispondenti che rientravano nei seguenti criteri: età tra 25-64 anni, laureati, reddito familiare nel quartile più alto per la loro età e nel loro paese, leggono o guardano telegiornali e fonti di informazione diverse volte a settimana, seguono diverse volte a settimana tematiche di interesse pubblico tramite varie fonti di informazione.
di Emidio Piccione