Al teatro “Quirino”, sino al 25 febbraio, è in scena la mattatrice Adriana Asti: con “Memorie di Adriana” , spettacolo, per la regia di Andrèe Ruth Shammah, che alla poliedrica attrice permette di lanciarsi in un lungo “Amarcord” sulla propria vita, le proprie scelte artistiche e personali, e in un’attenta riflessione sul senso complessivo della vita.
Tratta dal libro “Ricordare e dimenticare, conversazione tra Adriana Asti e Renè De Ceccatty”, con scene e costumi di Gian Maurizio Fercioni e musiche di Alessandro Nidi, questa pièce di 1 ora e 40, che gioca un po’ sullo “sdoppiamento” attore-personaggio ( Adriana entra in scena fingendosi altra persona, poi parla di sè in terza persona), è anche una cavalcata nella storia dello spettacolo del dopoguerra. Attraverso i rappoorti della Asti con registi come Pasolini, Bertolucci, Visconti, Bunuel; e i ricordi della sua lunga esperienza di attrice per il teatro, il cinema, la tv. In prima nazionale al Festrival di Spoleto, “Memorie di Adriana” trasporta gli spettatori soprattutto nel mondo, afffascinante quanto ambiguo, del teatro, con le sue “unità aristoteliche”, i suoi trucchi, i suoi effetti terapeutici nella cura dei disturbi mentali.
Bravi anche i comprimari di Adriana, Andrea Soffiantini ( uno strambo direttore del teatro con coda di leone), Andrea Narsi (un tenace ammiratore della diva) , Paolo Roda (il tecnico), Antonella Fuiano ( la sarta), Giuseppe Di Benedetto ( bravo suonatore di pianoforte).
Antonella Betti