E’ scomparso improvvisamente, a Roma, Stefano “Nuccio” Di Maggio, libraio figura storica del mercato romano, da decenni operante nel settore dell’ editoria antiquaria e, piu’ ampiamente, dei libri sulla storia artistica e politico-sociale di Roma, Lazio e Italia nel suo complesso.
Professionista affermato, che aveva rapporti con le principali case editrici e conosceva a fondo i problemi dell’editoria e del commercio librario, Nuccio, “romano de Roma” ( ma nipote del mitico Joe Di Maggio, e quindi “nipote acquisito” di Marilyn Monroe), autodidatta di vasta cultura e uomo di profonda umanità, da giovane aveva ricoperto un importante incarico nell’ Aeroporto di Fiumicino ( rientrando addirittura tra i pochi funzionari in possesso del nullaosta NATO). Andato in pensione abbastanza presto, a fine anni ’70 (…e sulle tue esperienze a Fiumicino, carissimo, me ne avevi raccontate tante, a proposito anche dello scandalo che sin dall’ inizio, negli anni ’50, aveva segnato la nascita dell’ aereoporto, coi terreni di pessima qualità, alcuni addirittura ex-malarici, acquistati dallo Stato a caro prezzo!), da allora s’era dedicato interamente alla sua grande passione, i libri.
Presente per anni alla “Fiera del libro” delle celebri bancarelle di Via delle Terme di Diocleziano, accanto a Piazza della Repubblica, e la domenica a Porta Portese, DiMaggio aveva poi rilevato una celebre libreria antiquaria del centro di Roma, la “Grotta del libro” di Via del Pellegrino ( vicino Campo dei Fiori). Facendone, nei primi anni Duemila, quasi un polo culturale, punto d’ incontro di studiosi, giornalisti, critici d’arte, bibliofili appassionati. E lo stesso aveva fatto passando, negli ultimi anni, a un’ altra libreria nella vicina Via dei Cappellari. In anni in cui, da un lato, la crisi dell’ editoria (con l’obbiettiva concorrenza di Internet e degli altri circuiti informativi e comunicativi), e, dall’altro, il diminuito potere d’acquisto di gran parte del pubblico, insieme al decadimento culturale di larghe fasce di popolazione, avevan reso sempre piu’ difficile e meno remunerativo il mestiere del libraio ( a Roma, negli ultimissimi anni, hanno chiuso ben 60 librerie, di cui molte d’ indubbio valore storico!), Nuccio aveva combattuto fortemente non solo per stare a galla, ma anche per mantenere viva nel pubblico, specie piu’ giovane, la passione per la cultura, l’arte, la storia della propria città. E con l’ occasione, non possiamo non esortare qui il ministero per i Beni e le Attività culturali, e gli enti locali, a potenziare quella che è un’ ancora insufficiente politica non solo d’ incentivazione della lettura e sostegno all’editoria, ma anche di appoggio alle librerie, specie se di valore storico e di comprovata capacità di promozione culturale: guardando anzitutto agli esempi di Francia, Germania, Regno Unito, Paesi scandinavi.
Ciao, caro Nuccio: con te perdo un amico carissimo, col quale ho avuto per vent’anni un rapporto di fraterna collaborazione e reciproco aiuto, e con cui mi divertivo a passare momenti liberi parlando a fondo di tutto, tra un caffè e una birra, a pochi passi da Campo dei fiori e da Piazza della Cancelleria, immersi nella Roma di Caravaggio e Giordano Bruno, Beatrice Cenci e Pellegrino Rossi. Sicuramente in Paradiso troverai una bellissima biblioteca, e il tuo apporto – specie per le nuove acquisizioni – sarà davvero prezioso: fatti ascoltare dall’ angelo bibliotecario. E se li incontrerai, salutami davvero la mia cara mamma (con cui a volte ti divertivi a parlare, ridendo del suo “Humour” toscano), e poi, chiaramente, Johann Gutenberg e Aldo Manuzio!
Fabrizio Federici