“La figura della donna nelle tre religioni monoteiste”: questo il tema del Convegno interdisciplinare e interreligioso svoltosi l’8 marzo a Roma, per la Festa internazionale della Donna, presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università Roma Tre, promosso da Co-mai, Comunità del Mondo arabo in Italia, e dal Movimento internazionale “Uniti per Unire” insieme all’Università di Roma Tre.
In apertura, la Prof.ssa Carmelina Chiara Canta, docente ordinaria di Sociologia dei Processi culturali e comunicativi a Roma Tre, ha ricordato il progetto “Dialoghi culturali e religiosi nel Mediterraneo”, che s’ è concretizzato – con grande partecipazione degli studenti – soprattutto nella realizzazione di libri e cortometraggi: ripercorrendo poi la storia dei movimenti per un maggior protagonismo della donna nella religione cristiana, ma anche nell’islam e nell’ebraismo. Luigia Bagnato, avvocato civilista, ha illustrato la condizione giuridica della donna nei Paesi dell’Unione Europea, spiegando le leggi che in Francia, Belgio e Austria vietano l’uso in pubblico di burka e nikab (uso vietato anche in Italia, sia dal vecchio Testo unico di Pubblica sicurezza del 1931 che dalla legge Reale del ’75; mentre, secondo la “Carta dei Valori” su cittadinanza e integrazione del 2007, non ci son restrizioni all’uso del velo islamico, o hijab, purché frutto di libera scelta della persona). Tiziana Ciavardini, giornalista e antropologa culturale, ha parlato della condizione femminile nei Paesi di religione islamica, concentrandosi soprattutto sul caso dell’Iran: dove, con la nuova presidenza Rohuani, si starebbero attenuando quelle forti restrizioni dei diritti delle donne imposti dal Governo degli ayatollah. Elena Rossi, coordinatrice del Dipartimento Donne di Uniti per Unire, ha illustrato le più recenti iniziative di dialogo interculturale e interreligioso organizzate per le donne da U.xU, Co-mai e dalla Confederazione Internazionale Laica Interreligiosa CILI- Italia: citando, tra i tanti, gli esempi di coraggio del Nobel per la Pace 2014 Malala Yousafzai, blogger e attivista pakistana che ha difeso il diritto all’istruzione delle donne contro i talebani, e di Santa Teresa di Calcutta, definita “l’ ecumenismo fatto donna”.
La scrittrice, di religione ebraica, Shazarahel, vicepresidente di CILI-Italia, ha esposto la sua esperienza nel movimento femminile per la pace in Medio Oriente “Women Wage Peace”: che, forte dell’ adesione di migliaia di donne ebree, musulmane e cristiane, stanche della tensione che da decenni incombe sulla vita quotidiana della regione, ha organizzato l’estate scorsa, in Israele, una grande marcia per la pace conclusasi, a Gerusalemme, davanti alla Knesset (dove ora, ogni lunedì, i parlamentari discutono concrete proposte con una delegazione di WWP). Nicola Lo Foco, giornalista, portavoce di “Uniti per Unire”, e autore del libro “Quel velo sul tuo volto” (centrato appunto sul tema del velo islamico), ha ricordato la centralità, in Medio Oriente, del conflitto Israelo-palestinese .
Il Prof. Roberto Cipriani, Docente emerito ordinario di Sociologia generale al Dipartimento Scienze dell’educazione di Roma Tre, ha evidenziato la centralità, per la donna contemporanea, del tema diritti-doveri, in qualsiasi contesto culturale e religioso: soffermandosi, al tempo stesso, sulle diverse visioni dei ruoli maschile e femminile presenti nell’induismo, nell’ islam e nel cristianesimo. Il Prof. Foad Aodi, fondatore di Co-mai e Uniti per Unire, ha trasmesso l’augurio sincero a tutte le donne, senza distinzioni tra Paesi e religioni, di essere “motori della vita ed elemento essenziale per la costruzione dei ponti di pace, augurandosi che continuino sempre a essere valorizzate e a portare un contributo attivo ai Movimenti da lui presieduti e a tutta la nostra società”.