«È vero. Non una parola sulla ricerca, non una sull’istruzione obbligatoria, non una sulla scienza come sulla cultura o sull’innovazione. nssenza di attenzione da parte di una politica sempre più smagrita rispetto a questi temi, in una impoverita campagna elettorale: scarsi finanziamenti e troppi cervelli in fuga. Eppure, in queste ultime politiche, illustri scienziati italiani avevano sottoscritto un appello perché le criticità legate a clima ed all’ambiente venissero prese in considerazione nei programmi. Ma la scienza ha continuato ad avere poca visibilità in questa campagna elettorale, scivolata via col vento come succede ormai da decenni.
Eppure il mondo accademico internazionale riconosce l’eccellenza scientifica italiana citando settori come la fisica delle particelle e la biomedicina. La rivista Nature avverte che, a differenza di altri Paesi europei, negli ultimi decenni l’Italia non è riuscita a modernizzare il suo sistema scientifico pur riconoscendo che l’ultimo Governo ha introdotto alcune iniziative a favore delle attività di ricerca, come è stato per lo Human Tecnopole a Milano. E, nonostante gli articoli scientifici italiani rimangano i più citati al mondo ed il nostro paese produca più pubblicazioni per unità di spesa per ricerca e sviluppo, la politica – non politica ci spinge sempre più verso la mediocrità.
Noi delle Rete La Fenice, forti del percorso attivato dall’Area Vasta Smart e dei tavoli di lavoro ricci di intelligenze e talenti locali, continueremo a sostenere l’attività del Comitato Nazionale Scientifico “La scienza al voto”. Proprio partendo da qui, proponiamo a tutte le forze politiche provinciali che si inizi da subito a lavorare alla sottoscrizione di un accordo trasversale su un argomento oggi primario nel rispetto del Patto di Parigi: la salvaguardia del territorio, delle sue attività produttive, della salute e della sicurezza dei suoi cittadini fuori dai pericoli sempre più presenti in provincia dovuti ai cambiamenti climatici e ai danni prodotti dalle polveri sottili, a partire dalla Valle del Sacco.
La Pianificazione della strategia economica nazionale per una accelerazione della transizione verso l’economia circolare ed il potenziamento della cooperazione allo sviluppo sostenuta dalla Commissione Europea tramite le attività di recupero degli entroterra degradati facilita il percorso che auspichiamo. I Fondi europei resi disponibili sono risorse necessarie al miglioramento delle popolazioni a rischio multi patologie come quella locale.
Si inizi, allora, nell’immediato a costruire insieme un piano di informazione e campagne di sensibilizzazione dal basso. E mentre tardano ad arrivare analisi del voto oneste e lungimiranti e già avanzano a gamba lunga le prossime campagne elettorali tra amministrative locali e prossime europee diciamo ai partiti che non è più tempo “di guardare i piedi ma il cielo”, sempre che ne siano capaci ma qualche dubbio ci assale».
Giuseppina Bonaviri