«L’Italia rappresenta una anomalia fra i paesi sviluppati in quanto da più di un quarto di secolo è il paese che registra i tassi di crescita più bassi. Le ragioni risalgo alla difficoltà di adeguare la pubblica amministrazione e le strutture produttive alla sfida della globalizzazione e della moneta unica. Questa anomalia rende insostenibile il debito pubblico ed aiuta a capire perché le forze antisistema siano diventate maggioritarie in queste ultime elezioni nazionali. Il Pil pro capite dell’Italia oggi è pari a 106 il che significa che il nostro paese è fermo da quasi un quarto di secolo, rimanendo uno dei pochi paesi Ocse che non è riuscito ancora a recuperare i livelli pre-crisi.
Il programma europeo Orizzonte 2020 ci invita ad essere competitivi anche tramite l’erogazione di finanziamenti per proposte basate sul merito. Occorre allora capire che il compito per un governo è quello di far “crescere” talenti sostenendoli a partire da quei ricercatori che agiscono nell’ambito dell’ innovazione ad arrivare ai progetti costruiti dalle reti dal basso con la creazione di filiere competitive. Ciò necessita l’istituzione di stretti collegamenti tra amministrazioni, politica e settore accademico per creare le cosidette “alleanze della conoscenza” anche nel rapporto diretto con la cittadinanza attiva .
Il finanziamento dell’Unione europea che contribuisce a generare e a diffondere l’eccellenza in tutta Europa fa parte del 7° PQ con i fondi della politica di coesione – le attività sono già in atto in molte Regioni aderenti – e porta avanti il concetto di specializzazione intelligente. Il sostegno economico va a favore di quelle società inclusive, innovative e sicure al fine di riformare le attuali politiche di ricerca e innovazione.
L’Area Vasta Smart in Provincia frusinate ha, su queste linee guida , già in passato costruito una rete di gemellaggio per potenziare i collegamenti fra ricerca e governance, innescando un processo di visione larga (a partire dalla economia circolare) che ha dato vita a nicchie di eccellenza locali, oggi in via di sviluppo.
Per realizzare questo programma condiviso è necessario ampliare il diritto di sapere ai cittadini, evidenziando in particolare il valore aggiunto dell’azione europea con la creazione di un dibattito intenso e proficuo a partire dal basso. Pertanto, misure di informazione e di comunicazione sono la parte integrante nell’attuazione. Per realizzare ciò che ci sta a cuore ci occorrono politiche ambiziose ed una nuova classe di amministratori in grado di flettersi e sintonizzarsi con le esperienze europee più avanzate. Una riorganizzazione radicale che comporta un rinnovamento necessario dei cervelli di chi amministra, auspicabile già a partire dalle prossime elezioni europee.
Nell’epoca delle fake news e della post-verità sarà importante, allora, aggiungere a questa modalità su descritta anche una seria riflessione sullo stato di salute dell’informazione locale e sulla sua capacità di svolgere ancora nell’attuale un compito di critica degli avvenimenti innescati e prioritari oltre l’ovvio consentito. Importante che la stampa non rimanga sorda e muta rispetto al cambiamento.
Intanto, noi della Rete La Fenice proseguiamo sulla strada individuata contro l’ostracismo miopie e le ottusità di categorizzazioni superate da un pezzo».
Giuseppina Bonaviri