l’esito delle elezioni politiche ha messo in evidenza il rafforzamento delle formazioni politiche che con più radicalità hanno posto il problema del cambiamento della politica governativa ed una diversa idea di democrazia nel nostro Paese. Il Partito Democratico ha pagato il prezzo più elevato per questa scelta degli elettori e di questo sono preoccupata come, sicuramente, molte e molti di voi poiché, con tutti i limiti manifestati, lo considero un presidio democratico nodale per il nostro sistema politico.
Ho investito molto del mio tempo per la creazione del Partito Democratico credendo fortemente che le formazioni che gli stavano dando vita sarebbero riuscite a rispondere alla domanda di partecipazione, riformismo e progresso che erano fra le ragioni della sua costituzione.
I risultati attenuti in questi dieci anni sono controversi: migliori nella responsabilità di governo, con importanti risultati sul piano dei diritti civili, pessimi per la vita interna del partito dove sono state tradite le finalità che si ponevano i fondatori.
Per questa ragione trovo appropriato che nel dibattito interno si parli di nuova Forma Partito. La prassi democratica diffusa può mettere fine all’arroccamento di chi si è accreditato una leadership e che non vuole ammette che molti dei successi mietuti sono da considerarsi autentiche vittorie di Pirro: un partito in calo di voti e voti di preferenza in crescita. La migliore conferma di quanto affermo è guardare l’esito delle elezioni sulla cartina geografica dell’Italia. Il Pd è in maggioranza in Toscana e nel Friuli; nel resto del Paese dominano il centrodestra e il Movimento5stelle.
Intanto, nel nostro entroterra si vive una preoccupante deindustrializzazione e si perdono posti di lavoro senza che per essi siano stati individuati nuovi percorsi di sviluppo. Il Movimento indipendente, Rete La Fenice, a cui ho dato vita, da anni propone Linee di indirizzo e Progetti condivisi di innovazione perché, riteniamo, che solo in tal modo si possa costruire un futuro dignitoso, adeguato, migliore. Considero utile riflettere in questa direzione credendo fondamentale mantenere vivo, anche nel nostro territorio, il dibattito che si sta aprendo a livello nazionale.
La lettera indirizzata dai quattro esponenti del Pd provinciale al Presidente Nicola Zingaretti dimostra che c’è un serio interesse a rinnovare la vita del partito nei 91 Comuni della Provincia frusinate. Per favorire il dibattito vi allego l’articolo di Goffredo Bettini pubblicato in questi giorni sull’Huffington Post quale traccia nella direzione di un confronto plurale di coloro che ancora credono che il Partito possa attrarre chi guarda ai principi fondativi della nostra Repubblica: libertà, uguaglianza, giustizia sociale.
Questa iniziativa vuole essere l’occasione, fuori dagli organi di partito, per aprire una libera discussione sulle crisi della sinistra, a partire dal PD avviando una nuova fase per la buona politica territoriale.
Vi chiedo, pertanto, di concordare un luogo ed un’ora della prossima settimana per incontrarci, rintracciandomi al telefono o per e-mail , nel superiore interesse dei cittadini della nostra comunità provinciale».
Giuseppina Bonaviri