Una stazione d’ un paesino sperduto ( Montorso, il nome), chissà dove. Questa l’ ambientazione (ricordante quelle di altri celebri testi teatrali con azione sullo sfondo di desolate rotaie e itineranti convogli, dal mitico “Uomo dal fiore in bocca”di Pirandello a “La stazione”, di Umberto Marino, che lanciò, nei primissimi anni ’90, l’allora giovane Sergio Rubini) di “Figli di Giuda”. Un musical, completamente autogestito, ma realizzato con standard che ben poco hanno da invidiare a tante megaproduzioni, che è andato in scena, sino al 22 aprile, al Teatro “Albertino” di Via Crivellucci, presso la parrocchia di San Giuda Taddeo, al quartiere Appio-Latino. Interpretato da un gruppo di giovani tra i 18 e i 27 anni circa, appartenenti tutti al gruppo teatrale dal promettente nome de I SognAttori”: nato nel 2011 a Roma dalla volontà di tre ragazzi, Raffaele Fracchiolla e le sorelle Martina e Marianna Ferrazzano, con lo scopo d’ avvicinare i giovani del proprio quartiere (Colli Albani) ai linguaggi del teatro, e in particolare del teatro musicale; e in forte rapporto appunto con la parrocchia di San Giuda Taddeo.
Un musical, questo, scritto da Martina Ferrazzano e Raffaele Fracchiolla, che davvero si distingue per originalità della trama e freschezza della regìa ( sempre dei due autori). E’, in sintesi, la storia anzitutto d’ un composito universo umano, soprattutto giovanile ( ragazzi, disoccupati, ragazze madri, immigrati, barboni, forse anche tossicodipendenti ), gravitante ( specie la notte) attorno alla desolata stazione. In quest’ “avamposto degli uomini perduti” arriva un giorno il giovane Tommaso (Giorgio Scarpitti), musicista di grande passione costretto ad accettare, proprio lì, un lavoro di metronotte.
Tra alterne vicende, maturando spiritualmente e intellettualmente grazie al contatto con gli elementi migliori del “gruppo stazione” , e contando anche su un rapporto dialettico col giovane prete locale Don Oronzo ( Massimiliano Tinè), Tommaso riuscirà a guidare questa sgangherata “Armata Brancaleone” al successo musicale. “Saranno famosi?” La cosa piu’ importante è che, così, si sono riscattati da una realtà quotidiana di emarginazione, miseria, disastri familiari, mancanza di prospettive, allettanti quanto pericolose lusinghe di criminali e spacciatori. Mentre Tommaso è riuscito a trovare anche un amore vero nella bella Gloria (Viola Centi), liberandosi d’una precedente fidanzata nevrotica e ossessionante. Un “Westside story” all’ italiana, diremmo, a lieto fine, che diverte ma soprattutto fa riflettere.
Molto belle le musiche originali , di Alessandro Maciocci coi testi di Tiziano Grigioni; gli arrangiamenti musicali ( di brani soprattutto del mitico Lucio Battisti, da “Un’ avventura” a “Mi ritorni in mente”) di Maciocci e Lorenza Bagnol. La musica dal vivo è suonata dal gruppo dei Barbones.
Fabrizio Federici