Al teatro “Manhattan” di Via del Boschetto, la compagnia “Canopèe”, di Nanterre, ha messo ultimamente in scena “Il cabaret della crisi”: pièce scritta da Luigi Cerri , autore, regista e attore di teatro, già rappresentata in Francia nel 2016 e 2017. Questa rappresentazione al “Manhattan” era in sostanza un “miscuglio” delle due edizioni francesi, comprendente gli sketch piu’ adatti ad esser traidotti e rappresentati in italiano.
Sul palco del piccolo teatro (un salotto, in sostanza), Cerri e l’attrice francese Adèle Frantz, con grande bravura, hanno retto da soli un’ ora e mezza di spettacolo, interrpretando – nello stile del cabaret classico anni ’30, riattualizzato – una galleria di personaggi in una serie di divertenti sketch. E’ la crisi , in piu’ sensi ( economica e industriale, col grande crack del 2007 -’08, climatica, ambientale, psicologica ) , il tema dominante del testo: una crisi in cui nuotano, si arrangiano, e tra loro anche si dilaniano, tutti i personaggi interpretati dal duo Cerri- Frantz ( anche registi dello spettacolo).
L’ imprenditore tutto sommato tradizionale alle prese con i due figli, l’uno rampante affarista e l’ altro, invece, che ha quasi rotto con la famiglia; la mamma col figlio piccolo annoiato dalla montagna di giochi a sua disposizione e che vorrebbe un videogame dove poter vincere sempre; la signora, affetta da disturbi soprattutto psicosomatici, che il medico vorrebbe a tutti i costi convertire alla logica del mercato d’ assalto, che dovrebbe automaticamente guarire tutti i mali della società.
Uno spetttacolo divertente ma che fa riflettere: nella tradizione, tutto sommato, piu’ nordeuropea del cabaret di satira sociale e politica.
Fabrizio Federici