di Alberto Zei
Recenti scoperte di biologia neuronale hanno evidenziato che la funzione della materia bianca del cervello ritenuta fino a qualche tempo fa, un tessuto passivo soprattutto con funzioni connettive e quindi carente di qualità nobili della dinamica celebrale, ha invece un importante compito attivo attraverso il quale prende vita il corretto funzionamento del cervello.
La materia bianca non è quindi un’ impalcatura passiva, perché come qui accenneremo, ha invece una funzione attiva, sia nell’ apprendimento soprattutto nel corso dell’ età evolutiva, influendo sensibilmente sulle modalità celebrali di acquisizione delle nozioni, sia per quanto qui più interessa evidenziare, nello sviluppo delle malattie mentali.
Dalla nascita in poi – Il progressivo sviluppo della mielina inizia a manifestarsi dalla nascita fino alla maturità cerebrale. La mielina controlla i segnali intra neuronali collocati nelle diverse aree cerebrali, con il compito del mantenimento topico dei neuroni e quindi elettrico-funzionale dei percorsi nervosi dei dendriti e degli assoni. La crescita della mielina fino al suo completamento che avviene in genere prima dei trent’anni, accompagna la progressione dell’autocontrollo emotivo e somatico ed in particolare, l’apprendimento nell’età evolutiva. Carenze e anomalie di vario genere che influiscono sulla formazione della mielina, anche riducendo la copertura di guaina.
Nel cervello dei mentitori compulsivi, la materia bianca di solito si accumula sulla corteccia prefrontale che è poi il distretto deputato al ragionamento che in quanto tale eccede anche in fantasia fino al paradosso, ma come qualità si riflette in riduzione dell’efficienza mentale.
Sorgono allora patologie anche molto severe, come la dissociazione della realtà che evolve in schizofrenia, e, la così detta “pseudologia fantastica” tipica in persone che mentono senza ritegno.
Si tratta infatti di menzogne sostenute dall’interessato non per ottenere un immediato vantaggio, quanto per surrogare la carenza della autostima cecando un apprezzamento altrui. Solo che di solito le menzogne sono talmente fantastiche e quindi facilmente smascherabili che l’ effetto ottenuto è poi il contrario da quello sperato. Il ciclo si ripete per queste persone ad ogni occasione favorevole nell’illusione che si tratti della volta buona per ottenere il risultato sperato.
Con il passare del tempo però, la dissociazione mentale tra la fantasia e la realtà lentamente si trasforma in modo severo in schizofrenia; patologia questa dove la dissociazione è pressoché completa, continuata e irreversibile.
La progressione della patologia – Da qui, emergono importanti considerazioni sullo stato e sulla progressione della patologia. La prima è che non è vero come molti hanno ritenuto che l’ accumulo di materia bianca non sia diagnosticabile. Un incallito bugiardo infatti, potrebbe rappresentare un test sul grado di patologia raggiunto. La seconda è che non è vero neppure che questo genere di patologia assuma immancabilmente carattere di irreversibilità in quanto, agendo in tempo utile, sulla sintomatologia è stato notato che spesso si ottiene la riduzione e talvolta anche la regressione della causa.
Stante la ricorrente reciprocità tra causa ed effetti psicosomatici, come il mal di stomaco e il nervosismo, si può ottenere una sorprendente risposta biologica di regressione del dolore di stomaco ripristinando mentalmente lo stato di serenità. Ciò significa che in fase evolutiva della pseudologia o del suo aggravamento che di solito avviene per stadi, è possibile intervenire sugli effetti, attraverso un’ impostazione mentale inibitiva, per ottenere risultati comparabili o addirittura migliori di quelli farmacologici.Se questo è vero, come è effettivamente vero, lo è altrettanto l’atteggiamento ostile e preconcetto del diretto interessato che rifiuta ogni necessità di questo genere e di solito negando e accompagnando la risposta con una dose di aggressività.
Perché tutto ciò? Qual è il motivo che rende refrattario lo pseudopatico alla possibilità di essere curato?
Chi non conosce qualcuno – Chi non conosce qualcuno divenuto famoso per le fandonie che racconta e alle quali attribuisce al parto della propria fantasia supporti pseudoscientifici? Lo pseudopatico è come un incallito giocatore d’azzardo alla ricerca di emozioni, illuso dalla possibilità di stupire gli altri, arricchendo le proprie menzogne con ulteriori fantasie; si tratta di creazioni sempre più spettacolari molto spesso non più dettate dalla speranza del risultato ma dal morboso piacere di alimentare le proprie emozioni con le reazioni altrui, più o meno garbatamente espresse. Infatti, la risposta emotiva alla bugia ingenera nel protagonista una certa carica emozionale di attesa per la possibile reazione per lo più negativa dell’interlocutore. All’inizio di questo genere di attività, l’intensità emotiva del protagonista, che scaturisce soprattutto dai particolari dalla menzogna, è maggiore di quella che successivamente subentra.
Ecco da qui la necessità di voler stupire sempre di più, nell’intento di raccogliere un adeguato risultato, fino a cercarlo nella emotività suscitata dalla reazione negativa dell’interlocutore di fronte a menzogne che non stanno né in cielo né in terra. Ciò avviene in modo molto simile se non uguale, a quella del giocatore incallito che cerca l’emozione adrenalinica più intensa, non nella vittoria ma nello sconcerto della perdita.
Un caso esemplificativo – La risposta della psiche è di per sé complessa; ma per semplificare la teoria di tanta complicanza, sul motivo del mentire che si trasforma in bisogno compulsivo, può essere molto eloquente un esempio pubblicitario di qualche tempo fa.
Qualcuno spruzzava un insetticida per zanzare; ma queste anziché fuggire accorrevano per odorarlo. Ma così morirete tutte, ammoniva una voce esterna. Ma gli insetti continuavano a respirare estasiati il gas mortale. Mi uccide – rispondeva una zanzara barcollando – ma mi piace!