Un esempio di teatro-inchiesta condotto con grande scrupolosità. Questa la migliore definizione per “4-5- 98- Strage in Vaticano”: pièce di Fabio Croce, editore controcorrente e organizzatore culturale da decenni operante sulla scena romana, che è stata rappresentata con successo al “Teatro di documenti” di Via Zabaglia a Testaccio. Pièce dedicata al “pasticciaccio brutto” della strage avvenuta, il 4 maggio 1998, in Vaticano: quando furono ritrovati, nel loro appartamento, i cadaveri di Alois Estermann, da poche ore nuovo comandante delle Guardie svizzere, di sua moglie, la sudamericana Gladys Meza Romero, e del giovane vice,caporale Cedric Tormay.
La regìa di Paolo Orlandelli si concentra sugli elementi essenziali della scena ( luci e audio di Marco Di Campli San Vito, movimenti di scena curati da Roberta Lutrario). I personaggi sono appunto i 3 elementi di questo triangolo che il Vaticano cercò di far passare per banale “triangolo affettivo” finito in tragedia ( relazione extraconiugale tra Gladys e il giovane Cedric? Relazione omosessuale tra Oerstermann e Cedric?). E che, invece, nasconde tuttora risvolti incredibili, legati alle lotte di potere in corso nella Chiesa, dietro le quinte, ormai da piu’ di sessant’ anni.
Croce ha studiato a fondo l’ argomento, analizzando anzitutto i pochi documenti disponibili. A fine anni 70 – ricorda nel testo – l’ Opus Dei, la potente “Massoneria cattolica” fondata decenni prima dallo spagnolo Escrivà de Baraguer, si offre di salvare il Banco Ambrosiano, gravemente in crisi, chiedendo, in cambio, il controllo dello IOR, la storica banca del Vaticano (finita da anni nell’orbita della Massoneria, cui sembrano esser stati legati gli stessi pontefici Giovanni XXIII e Paolo VI). La Chiesa rifiuta; dopo la brevissima parabola di Papa Luciani ( che voleva scavare a fondo nei conti e negli intrighi dell’ IOR), però, è eletto Papa Karol Wojtyla, col voto determinante proprio dei rappresentanti dell’ Opus Dei ( nel maggio 1981, pochi giorni dopo l’attentato di Alì Agca, Giovanni Paolo II ricambierà il favore affrettandosi a concedere all’ Opus lo status privilegiato di prelatura personale: negato, invece, da Paolo VI). La vicenda tragica di Estermann, Cedric e Gladys, circa 20 anni dopo, va letta, probabilmente, proprio alla luce e sullo sfondo dello scontro Opus Dei-Massoneria per il controllo, in definitiva, delle piu’ essenziali “stanze dei bottoni” della Chiesa.
Sembra, infatti, che Cedric Tornay, da tutti descritto come giovane volenteroso e equilibrato, che prendeva molto sul serio il suo lavoro, inizialmente molto amico di Estermann, stesse facendo una sua indagine sui tentativi di Estermann, notoriamente legato all’ Opus Dei, di mettere anche il corpo delle guardie svizzere sotto il controllo dell’ Opera. Da qui l’invito a recarsi, quella maledetta sera del 4 maggio 1998, a casa degli Esternann ; e il suo assassinio, fatto maldestramente passare per suicidio. Mentre, aggiungiamo, negli scorsi anni s’è parlato anche di possibili legami di vecchia data di Estermann con la Stasi, famigerata polizia politica della Germania Orientale.
La vicenda Estermann-Tornay, insomma, è una sorta di “buco nero” che sembra racchiudere le chiavi d’accesso ai piu’ gravi misteri della storia della Chiesa degli ultimi quarant’ anni, dalla strana morte improvvisa di Papa Luciani all’attentato a Papa Wojtyla, sino ai casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori (1983).”Appunto per questo- precisa Fabio Croce – stiamo facendo firmare, su www.change.org, una petizione a Papa Francesco perchè decida di far riaprire le indagini sulla strage del 4 maggio ’98, troppo frettolosamente archiviate, dai giudici del Vaticano, a febbraio ’99 (della strage, poi, incredibilmente non son mai state chiamate ad occuparsi nè la magistratura italiana, nonostante precisi accordi internazionali sull’ intervento di polizia e magistratura nostre nel caso di delitti commessi nel territorio della S. Sede) , nè quella elvetica, competente anch’essa data la nazionalità degli uccisi)”.
Giuseppe Alagna, attore dalla grande capacità espressiva, è sia un convincente Alois Estermann che Joaquin Navaro Valls, Capo ufficio stampa del Vaticano; il giovane Emanuel Linfatti è un alttrettanto valido Cedric Tornay; Antonietta D’Angelo è sia Gladys, moglie di Estermann, che Muguette Baudat, madre di Cedric.
Fabrizio Federici