Il differenziale tra i titoli di stato italiani decennali e i Bund tedeschi è tornato a salire, ma è lontano dai livelli toccati nel 2011 quando lo spread italiano esplose in concomitanza con la caduta del governo Berlusconi e la nomina, a senatore a vita prima e a presidente del Consiglio poi, di Mario Monti.
Lo spread col governo Renzi ha oscillato tra 90 e 185 punti. Quando Matteo Renzi si è dimesso, il 5 dicembre 2016, lo spread era a quota 167 punti.
Dopo le dimissioni di Renzi, lo spread è rimasto intorno ai 160 punti fino a fine gennaio 2017, quando c’è stata l’ultima impennata che ha portato il differenziale coi Bund tedeschi a 200.
Nella giornata di ieri, 16 maggio 2018, lo spread ha raggiunto solo i 150 punti per poi assestarsi poco sopra i 147 punti.