La musica del Sud Italia nel cuore della Natura, per ridare vita a un sogno bruciato: sarà proprio il concerto dell’Orchestra Sentieri Popolari, in programma Domenica 22 Giugno dalle 17.30, il filo conduttore dell’evento di beneficenza organizzato nell’Oasi LIPU di Castel Di Guido, finalizzato alla raccolta fondi per la ricostruzione del Centro Visite, dato alle fiamme dai bracconieri la notte del 21 Gennaio 2014. L’energia e l’emozione del repertorio proposto dall’Orchestra, diretta da Leonardo Gerino, introdurranno la visita guidata nell’Oasi, la cena organizzata dall’Associazione “Castel di Guido ed altro” nell’uliveto e, alle 21.30, al culmine dell’iniziativa, la liberazione di un rapace notturno.
Leonardo Gerino, Maestro concertatore e polistrumentista, tra pianoforte, flauto dolce e percussioni, le voci di Mario Renna, Francesca Giglio, Giorgio Odazio e Rolando Tancredi, anche chitarrista, il flauto traverso di Veronica Fontana, la fisarmonica di Roberto Petruccio e la chitarra di Daniele Margaglio condurranno il pubblico in un percorso nella musica popolare del Sud Italia, tra pizziche, tammurriate, tarantelle, villanelle e canti sociali, carichi di storia e tradizione. Accanto a brani più o meno conosciuti, come la Pizzica di San Vito, Lu rusciu te lu mare, le Tarantelle di Carpino e Sannicandro e Kali Nifta, celebre “serenata” in Griko Salentino, l’Orchestra Sentieri proporrà veri e propri “quadri” storici in forma di musica, tratti dallo spettacolo DonneInCanto, opera originale scritta e diretta da Leonardo Gerino.
DonneInCanto, preziosa trama di “voci di donne al tempo del Sud”, coniuga musica popolare del Sud Italia e recitazione, in un percorso che va dalla serrata dei panettieri a Napoli nel 1570, raccontata dalla vigorosa In galera li panettieri, fino agli scioperi delle lavoratrici del tabacco in Salento negli anni Settanta del Novecento, descritti nella drammatica Fimmine fimmine, passando attraverso la resistenza dei controrivoluzionari borbonici contro l’occupazione giacobina di Napoli del 1799, protagonista del Canto dei Sanfedisti, e Libertà, ricordo di un’altra fiera resistenza, storicamente travisata e condannata, quella dei “briganti” che si opponevano all’occupazione piemontese del Meridione. DonneInCanto racconta la condizione femminile attraverso momenti storici salienti e tematiche di grande rilievo per lo sviluppo dell’identità di genere e della stessa cultura del Sud Italia. E lo fa anche attraverso piccole-grandi storie storie private, come la toccante vicenda umana di Isabella Villamarino, principessa di Salerno, cantata in Donna Sabella, e l’esperienza di una ragazza del popolo che non ha rispettato il codice della verginità prematrimoniale nella società chiusa di un villaggio dei secoli passati, la protagonista di Sia maledetta l’acqua.
Un repertorio, interamente eseguito in versione acustica, che rappresenta l’ideale cornice musicale per un evento dedicato alla cultura del rispetto e alla solidarietà: l’Oasi LIPU di Castel di Guido è un luogo fondamentale per il territorio. Per molti bambini che crescono nella capitale l’Oasi è il primo vero momento di contatto con la natura e con gli animali selvatici. Un luogo partecipato, vissuto e condiviso da volontari, scuole e semplici cittadini. Un importante presidio di cultura ecologica ed educazione ambientale, un posto in cui si impara a vivere insieme e a vivere in natura, rispettando uomini, piante e animali.
Proprio per l’occasione, per ricordare il vile incendio doloso del Centro Visite dell’Oasi e l’importanza civica e culturale della sua ricostruzione, Mario Renna ha scritto, nell’appassionata lingua della sua Sicilia, il testo I sogni nun s’abbrucianu, vestito di musica su un’armonia popolare e arrangiato dal Maestro Gerino. Un vero monito cantato a tempo di tarantella, che interpreta perfettamente lo spirito dell’iniziativa di Domenica 22 e le parole di Danilo Selvaggi, direttore generale della LIPU: «Non basta incendiarci un Centro visite per farci paura. Nessuna intimidazione, nessuna vigliaccata, nessuna violenza avranno mai il sopravvento».