Vivere l’arte come forma privilegiata di espressione che guidi, attraverso l’emozione dell’impatto visivo, all’immediatezza di un messaggio. È una delle costanti nelle opere pittoriche di Gigalle. A Cerveteri, dove oggi risiede, l’artista prosegue la sua ricerca pittorica in cui alla variazione delle tecniche affianca sempre più palesemente l’intento di dar voce agli individui ed ai diritti insiti nella vita di ogni essere vivente.
Continua la narrazione del mondo – tanto fisico che interiore – che l’artista ha avviato sin dalla giovanissima età con la pittura – in un percorso nelle forme espressive che ha anche abbracciato la fotografia – e che tende a potenziare, in quest’ultimo periodo, il messaggio che ogni opera porta con sé. Dalle vedute degli esordi, realizzate con pastelli a matita e tempera, all’approdo alle tecniche miste e all’inserimento di quelle figure che, oggi, occupano largo spazio nella sua produzione.
Alle energie cromatiche delle sue opere, ai tratti veloci e forti, frutto di un gesto creativo immediato, l’autore affida il suo pensiero. Ad accogliere i personaggi dei suoi dipinti, scenari in cui gli spazi si dividono o si compenetrano quasi a ricomporre quell’individualità umana che, nella sua unicità, conferma la propria, naturale, appartenenza ad una collettività.
Non sono mai realmente soli i protagonisti delle opere di Gigalle. Ed il loro popolare universi pittorici che si arricchiscono di forti tonalità, viene spesso accompagnato dalla presenza di rinvii simbolici e caratterizzanti. E laddove alla forma si sostituisca l’eloquenza delle linee, gli sfondi, a volte tendenti al monocromo, lasciano affiorare tratti definiti e forti, con veloci accenni materici, che traducono quelle percezioni che l’autore accoglie e fa proprie.
Oltre i sipari che si aprono – per mai richiudersi – su quella profonda interiorità, sono spesso gli sguardi a suggerire quella coralità di voci che continuano a sottendere l’incedere di un nuovo inizio. È questo il frutto di quella serie di messaggi che il pittore affida alle sue opere in cui costantemente continua anche a declamare il suo dissenso per le ingiustizie, per i soprusi, per ciò che identifica come falsità ed ipocrisia. E proprio quelle tinte, forti, con cui l’artista entra a diretto contatto con le sue opere, non di rado abbandonando i pennelli, sono il tramite per giungere, anche attraverso le vibranti soluzioni cromatiche, ad enunciare l’invito a vedere una futura positività.