ROMA – Le forze dell’ordine presidieranno la casa di Vladimir Luxuria, dopo l’aggressione subita domenica ad opera dei numerosi spacciatori di droga presenti nella zona del Pigneto.
Luxuria è da diversi anni protagonista di una dura battaglia per allontanare i venditori di morte dal suo quartiere ma non aveva mai subito intimidazioni.
L’ex parlamentare ha raccontato: «Mi hanno bloccata in tre mentre rientravo a casa intorno alle 19. Poi si sono avvicinati gli altri, erano circa 15 persone credo tutti magrebini. Mi hanno circondata e insultata sbattendomi addosso bustine di droga. Poi mi hanno minacciata di morte se avessi continuato a disturbarli nei loro affari. Nel frattempo una donna, credo una loro conoscente, si è messa in mezzo riuscendo ad evitare che l’aggressione diventasse fisica e sono riuscita ad entrare nel portone di casa. Anche un ragazzo che lavora nel vicino locale si è mosso in mia difesa. Sul posto è poi giunta la polizia, ma il gruppo di aggressori era già scappato. Ho paura. Il Pigneto era un piccolo borgo felice, ma ora non è più così. È demoralizzante. Non voglio cambiare casa. Io amo la mia abitazione e spero di non esservi obbligata e di sentirmi invece protetta dallo Stato. Comunque dovrò modificare la mia vita. Mi sono esposta, sanno dove abito e quindi dovrò stare più attenta. Il Pigneto era un angolo di paradiso, ma ora è vittima di una vera e propria occupazione del territorio da parte degli spacciatori con risse continue. Lo Stato deve fare qualcosa».
La scorta a Luxuria, nel panorama capitolino, si aggiunge alle polemiche provocate dal sindaco Marino che aveva incolpato le forze dell’ordine di non fare abbastanza per controllare i quartieri del divertimento, come il Pigneto, San Lorenzo e Trastevere.
Ad esprimere solidarietà a Vladimir Luxuria è stato Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center che in una nota ha dichiarato: «Ci aspettiamo che arrivi il sostegno di molti, anche dalle istituzioni e dalla politica. Anche perché questa aggressione sembra dovuta all’impegno di Vladimir a favore della sicurezza e della legalità nel suo quartiere, cosa che le deve rendere merito e non violenza».
Ernesto De Benedictis