ROMA – I voti di ieri in Commissione affari costituzionali del Senato, nella settimana cruciale per le riforme, hanno elettrizzato il governo dei renziani.
Il ministro Maria Elena Boschi, prima dell’inizio della seduta, commentando il voto di Forza Italia e Lega con la maggioranza, ha dichiarato: «Per ora i fatti dimostrano che l’accordo ampio tiene. Siamo sempre prudenti ma ci sono le premesse per un lavoro sereno. Sinceramente se tutto prosegue come è iniziato entro il mese di luglio ci sarà l’ok dell’Aula al testo. Il clima è molto costruttivo, con l’opposizione procede bene e non c’è stato ostruzionismo finora. Siamo vicinissimi alle riforme e mi auguro che la prossima settimana inizino le votazioni in Aula».
E al temine dei lavori in Commissione la ministra per le Riforme ha confermato ancor più il suo ottimismo: «Possiamo sicuramente immaginare di andare con il testo in Aula la prossima settimana, se si proseguirà in modo così spedito. Stiamo procedendo con un ritmo veloce. Stiamo esaminando emendamenti e sub-emendamenti ma senza sacrificare il dibattito e la voce delle opposizioni».
Sempre nella stessa seduta la maggioranza trasversale ha approvato un emendamento dei relatori alle riforme che ripristina l’attuale immunità sia per i deputati che per i senatori. Il testo originario del ddl del governo abrogava l’autorizzazione all’arresto e alle intercettazioni per i futuri senatori. I due relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, avevano presentato un emendamento che ripristina l’attuale articolo 68 della Costituzione, che prevede tanto per i senatori che per i deputati l’autorizzazione da parte delle rispettive Assemblee in caso di richiesta di arresto o di intercettazione da parte del Gip. Il governo si è espresso, con il ministro Boschi, a favore dell’emendamento. A favore dell’emendamento hanno votato anche i partiti della maggioranza, Fi e Lega.
Ernesto De Benedictis