Nel 2005, prima della grande crisi economica mondiale, le visite odontoiatriche, sia pubbliche che private, in tutta Italia furono 3,7 milioni, cioè 6,4 ogni 100 persone; nel 2012, erano scese a 2,98 milioni, e cioè 4,8 ogni 100 cittadini ( secondo l’ indagine multiscopo 2012-2013 dell’ ISTAT). Dati, tutti, confermati dal Rapporto CENSIS- Rbm Assicurazione Salute 2018, presentato recentemente a Roma al “Welfare Day” : da cui emerge che la complessiva spesa sanitaria privata degli italiani (in cui, posto importante spetta alle cure odontoiatriche) arriverà, a fine anno, a ben 40 miliardi di euro (era 37,3 miliardi nel 2017), e, nel periodo 2013-2017, è aumentata del 9,6% rispetto al quadriennio precedente. Nell’ ultimo anno sono stati 44 milioni gli italiani che han speso soldi di tasca propria (quasi 1000 euro a testa annui) per pagare prestazioni sanitarie, per intero o in parte con il ticket:e 4 cittadini su 10 hanno speso 8 miliardi per prestazioni odontoiatriche. Per quanto riguarda quest’ ultime, un’ altra ricerca sempre del CENSIS, realizzata insieme all’ ANDI e presentata a maggio scorso a Cernobbio, attesta che la spesa odontoiatrica degli italiani, pur con forti sacrifici, è ripresa a crescere dopo gli anni piu’ bui seguìti alla crisi mondiale del 2008-‘ 09: ma pesano fortemente le disuguaglianze Ben 17 milioni di italiani, quasi un terzo della popolazione, non fanno visite di controllo (addirittura il 70% dei bambini di 6-14 anni). E sono 3,7 milioni i “forzati del low cost”, che scelgono lo specialista solo per il costo basso, senza badare a qualità e sicurezza.
Un’alternativa apprezzabile a questo quadro preoccupante oggi viene da realtà come le imprese con finalità sociali: che negli ultimi anni hanno iniziato a diffondersi anche in Paesi ai primi posti per benessere economico-sociale (la Francia, ad esempio), e in Italia stanno sviluppandosi specialmente proprio nel settore odontoiatrico. A Roma è particolarmente attiva la cooperativa sociale “Odontocoop”: che da anni realizza iniziative sociali, mediche e formative insieme alle istituzioni locali, pubbliche e private. Due dei 4 Centri OIS realizzati da Odontocoop (a Centocelle e al quartiere San Paolo) son stati da tempo riconosciuti dalla Regione Lazio come ambulatori odontoiatrici a tutti gli effetti, e negli ultimi anni hanno attuato progetti di assistenza odontoiatrica domiciliare in alcuni Municipi di Roma, e (insieme alla Regione) di case-famiglia per ragazzi con problemi dentali, e incontri sulla prevenzione delle malattie dentali in centri anziani, scuole, asili.
Ma decisamente unica a Roma è la convenzione stipulata recentemente tra i Centri OIS e l’ Ente Nazionale Sordi, basata sull’impiego dell’ innovativo servizio “E- Lisir” (“Evoluzione Lingua Italiana dei Segni con Interprete in Rete”). E-lisir è nato, pochi anni fa, sostanzialmente come un App volta a promuovere l’autonomia delle persone con deficit uditivo in tutte le sfere della quotidianità, senza dover sempre ricorrere a interpreti o accompagnatori (oggi la Capitale è la prima città italiana a offrire il servizio E-lisir : in dieci PIT , Punti d’ informazione turistica, nonchè in vari uffici comunali, nel I Municipio, alla Casa della Salute, all’ Università Tor Vergata,ecc…).
Con questa convenzione, i pazienti sordi che si recano in uno dei centri OIS possono utilizzare un apposito servizio di videocomunicazione, che permette di collegare il centro con un Videocentro E-Lisir dotato di interpreti LIS qualificati. Il compito di questi ultimi è rendere più facile la comunicazione tra il paziente e l’operatore sanitario di OIS (dentista, igienista dentale, ecc…), traducendo le istanze del paziente dalla Lingua dei Segni in lingua verbale e, viceversa, traducendo in LIS le indicazioni dell’operatore. Il l paziente trova ad OIS un tablet, che sarà collegato attraverso un App all’interprete LIS, che lo accompagnerà per tutta la durata della visita.In questo modo il paziente sordo otterrà informazioni chiare, dettagliate e aggiornate, in tempo reale, anche in assenza di accompagnatori che svolgano la funzione di interprete.Si tratta, come si vede, d’ una realizzazione importante sul piano non solo sanitario, ma anche sociale: che può migliorare sensibilmente la qualità della vita dei non udenti.