Gli animalisti, di fronte all’ennesimo divieto, non si sono dati per vinti e hanno chiamato in causa il Tar contro una ordinanza del Comune di Melito Porto Salvo che ne vietava l’accesso sulla spiaggia.
I giudici amministrativi del Tar di Reggio Calabria hanno dato ragione agli animalisti perché «tale limitazione alla libertà personale costituirebbe un limite non consentito alla libera circolazione degli individui».
Il Tar calabrese ha affermato che «la scelta di vietare l’ingresso agli animali, e conseguentemente ai loro padroni o detentori, sulle spiagge destinate alla libera balneazione, risulta irragionevole e illogica, oltre che irrazionale e sproporzionata: l’amministrazione avrebbe dovuto valutare se sia possibile perseguire le finalità pubbliche del decoro, dell’igiene e della sicurezza mediante regole alternative al divieto assoluto di frequentazione delle spiagge, ad esempio valutando se limitare l’accesso in determinati orari, o individuare aree adibite anche all’accesso degli animali, con l’individuazione delle aree viceversa interdette al loro accesso».
Si spera, ora, in un ricorso al Tar del Lazio contro l’ordinanza numero 65 che il sindaco della capitale Ignazio Marino ha emanato in data 23 aprile 2014 vietando per tutta la durata della stagione balneare 2014, dall’1 maggio al 30 settembre, la conduzione di «qualsiasi tipo di animale, anche se munito di guinzaglio e museruola» nonostante nel tratto del litorale compreso tra Torvaianica e Fiumicino non esistano spiagge attrezzate per quest’ultimi.
di Fabio Galli