Da più parti viene ripetuto l’appello ad un maggiore protagonismo dei cattolici nella politica italiana. Un protagonismo, a dire il vero, mai venuto meno. Evidentemente vi è la constatazione che l’attuale divisione partitica dei cattolici non sia una formula efficace ed efficiente per una incisiva testimonianza della loro proposta al servizio dell’Italia.
Come abbiamo più volte sottolineato l’unità politica dei cattolici è un atto dovuto che discende dall’unità che si esprime nella Chiesa Cattolica mentre l’unità partitica dei cattolici dipende dalle contingenze storiche in cui si viene ad operare. La valutazione dei fatti storici può suggerire varie modalità di presenza, l’importante è che non venga mai meno la testimonianza su quelli che i cattolici indicano come valori non negoziabili.
In generale, chi scrive, propende per una unità partitica dei cattolici come struttura più efficace di presenza; non è un caso che gli autoritarismi dello scorso secolo abbiano sempre cercato in primo luogo lo scioglimento delle organizzazioni cattoliche.
La crisi attuale dell’Italia, che contemporaneamente è emergenza educativa, morale ed economica può essere affrontata con una riorganizzazione dei cattolici.
Riorganizzazione in un contenitore unico che con la sua forza elettorale possa:
- muovere la politica italiana nella direzione di una più forte etica nella gestione della cosa pubblica con una proposta di netta separazione tra gli interessi privati e quelli pubblici non perseguibile da un modello normativo ma da un rigore morale dei protagonisti politici;
- concentrare una più forte attenzione allo stato sociale come risposta alla precarizzazione dei modelli produttivi che ritardano l’entrata sul mercato del lavoro dei lavoratori sui 32/35 anni e ne determinano l’espulsione sui 45/48 anni;
- imprimere un maggiore incremento delle libertà individuali e collettive contro le rigidità corporative che bloccano lo sviluppo professionale dei giovani oltre a marginalizzare la competitività della nostra economia sul piano internazionale.
Eppure questo non sarebbe sufficiente.
Non sarebbe sufficiente a declinare un partito di ispirazione cristiana.
Perché la peculiarità dovrebbe essere la questione morale, cosa ovviamente non estranea ad altre formazioni politiche concorrenti alla proposta del bene comune.
Dobbiamo provare ad immaginare ed attuare meccanismi che rendano impermeabile questo partito (in verità tutti i partiti) al malaffare.
In un paese in cui almeno quattro regioni sono sotto il controllo territoriale di organizzazioni mafiose con circa 10/15.000 uomini armati di pronto intervento, in cui l’economia criminale controlla direttamente ed indirettamente, territori, interi settori economici (ad esempio il movimento terra) una parte rilevante degli appalti pubblici è evidente che un partito per mantenere la propria indipendenza e libertà di azione deve attrezzarsi in maniera adeguata e sostanziale.
Veniamo, allora, a quattro idee che ci riteniamo bebbano essere patrimonio non negoziabile:
- stabilire un rapporto privilegiato con le organizzazioni che si battono contro l’antistato (associazione antiracket, associazioni che si occupano di riconvertire i beni mafiosi alla pubblica utilità). Rapporto privilegiato che si concretizzerebbe nella presenza delle strutture di partito dei rappresentanti di queste associazioni, di un posti riservati nelle candidature, di recepimento delle loro proposte nelle sedi di legislazione primaria e secondaria;
- stabilire un rapporto privilegiato nella tutela degli interessi delle strutture delle forze dell’ordine, non è tollerabile che polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia locale non abbiano i mezzi per contrastare la criminalità;
- stabilire un rapporto privilegiato con la magistratura, incrementandone il personale (sia come magistrati che come personale tecnico) che si oppone alla criminalità recependone sul piano legislativo le osservazioni per agevolarne l’azione;
- escludere dalle liste elettorali i condannati per reati contro la pubblica amministrazione (smettiamola di mettere la volpe a guardia del pollaio).
Queste idee non esauriscono l’attenzione sulla questione morale né definiscono la completa attenzione per la legalità ma pongono un minimo rispetto al quale è inutile formalizzare l’idea di un partito in cui i cristiani si possano, nei limiti di una esperienza che è e rimane umana, riconoscere.
Silvia Buffo