Johnny Cash (John Ray Cash, Kingsland, 26 febbraio 1932 – Nashville, 12 settembre 2003), cantautore, chitarrista e attore statunitense, è stato interprete di numerose canzoni folk e celebri talking blues. Fu definito ‘The Man in Black‘ per la sua predilezione a indossare abiti neri; da qui prenderanno anche il titolo un suo album e la sua prima autobiografia. È stato uno dei pochissimi cantanti ad avere venduto più di novanta milioni di dischi, cifra considerevole anche per il mercato americano.
Quarto di sette figli di una numerosa e povera famiglia contadina dell’Arkansas, Cash aiuta da bambino i genitori nella coltivazione del cotone e si appassiona alla musica attraverso i canti della chiesa e l’ascolto della musica country alla radio.
Nel 1950, all’età di diciotto anni, si arruola nell’United States Air Force, compiendo il servizio militare tra il Texas e la Germania, dove acquista la sua prima chitarra, che impara a suonare da autodidatta, e fonda il suo primo gruppo, The Landsberg Barbarians.
Nello stesso periodo conosce Vivian Liberto, all’epoca studentessa liceale, che sposerà il 7 agosto 1954 subito dopo il congedo dall’esercito e dalla quale avrà quattro figli (Rosanne, Kathy, Cindy e Tara).
Il matrimonio finirà nel 1967 a causa dei problemi legati alla dipendenza dall’alcool e dalle droghe di Cash, spesso costretto anche ad annullare numerosi concerti a causa di questi abusi. A ciò si aggiungono problemi familiari, un comportamento non proprio da marito modello e guai giudiziari (nel 1965 viene arrestato a El Paso per introduzione illegale di pillole di anfetamina e nel 1967 viene salvato da un collasso per overdose).
Il primo contratto lo ottiene nel 1955 con la storica Sun Records di Memphis per cui incide i primi singoli tra cui Cry, Cry, Cry (sua prima incisione) e Folsom Prison Blues. Nel 1957 è il primo solista dell’etichetta Sun a pubblicare un long playing, Johnny Cash with His Hot and Blue Guitar.
Alla Sun Records ha modo di incrociare le altre stelle emergenti della scuderia, Elvis Presley, Carl Perkins e Jerry Lee Lewis, con cui nel ’56 collabora al fugace progetto del ‘Million Dollar Quartet‘. In seguito ad alcuni contrasti sorti con il titolare dell’etichetta Sam Phillips, a fine anni ’50 passa alla Columbia, inaugurando il contratto con l’eccellente The Fabulous Johnny Cash.
Negli anni successivi pubblica una serie di album tematici dedicati ai vari filoni della musica tradizionale americana, il gospel e la musica folk, l’epopea western e le ‘road song‘ legate allo sviluppo dei trasporti ferroviari. I ’60 sono per lui anni di grande successo, ma anche di sofferte sconfitte personali: il fallimento del suo primo matrimonio, la droga e i guai con la giustizia. Sensibile ai problemi dei detenuti nel 1968 incide, proprio in un carcere di massima sicurezza, il suo disco più famoso Johnny Cash at Folsom Prison, doppiato nel ‘69 da Johnny Cash at San Quentin; dello stesso anno è la sua partecipazione a Nashville Skyline, l’album ‘country‘ di Bob Dylan.
Parte fondamentale della sua vita e della sua carriera sarà la seconda moglie June Carter Cash, discendente della gloriosa dinastia musicale americana della Carter Family, nonché collaboratrice artistica di Cash in concerto e poi in studio.
I dischi dei primi anni ’70 (tra cui i ‘concept‘ patriottici America e Ragged Old Flag) raccontano purtroppo l’inizio di un lento, ma inesorabile, declino artistico.
Chiuso il lungo sodalizio con la Columbia, Cash firma con la Mercury e nel 1994 avrà una ripresa artistica grandiosa quando il produttore rock Rick Rubin, con geniale intuizione, lo convince a registrare, per sola voce e chitarra, un repertorio di canzoni popolari tradizionali e moderne, in parte autografe, in parte firmate da artisti come Leonard Cohen, Tom Waits, Danzig, Nick Lowe e Kristofferson: nasce così la straordinaria tetralogia delle ‘American Recordings‘ che da lì al 2002 vanno a comporre il suo testamento musical-spirituale, fruttandogli anche numerosi Grammy Awards.
Il 12 settembre del 2003, preceduto di pochi mesi dalla moglie June, Cash muore a seguito di una lunga malattia. La storia della coppia viene celebrata nel film ‘Walk The Line‘ di James Mangold (‘Quando l’amore brucia l’anima‘ nell’edizione italiana) che nel 2005 frutta a Reese Witherspoon l’Oscar come miglior attrice. Nel 2006, dagli archivi privati del musicista, salta fuori Personal File, 49 incisioni ‘domestiche‘ per voce e chitarra registrate principalmente nel luglio del 1973, in una formula che anticipa di vent’anni quella delle ‘American Recordings‘.
Resta vivo il ricordo della sua musica nei milioni di ammiratori che nel tempo hanno imparato a conoscerlo, del suo stile inconfondibile e del suo timbro di voce profonda e languida; un pioniere capace di attraversare le mode e gli stili musicali delle diverse stagioni, restando sempre coerente con se stesso.
Goodbye Man In Black…
ALEX PIERRO