Non è facile celebrare una carriera che supera di gran lunga i cinquant’anni, un musicista che ha attraversato tutte le epoche musicali e, all’alba dei suoi novant’anni, è ancora considerato tra i migliori chitarristi al mondo – il più grande chitarrista blues secondo alcuni – e che tra il 1951 e il 1985 ha piazzato settantaquattro successi nella classifica R&B di Billboard.
B.B King (Riley King – 16 settembre 1925, Itta Bena, Mississippi) passa la maggior parte della sua infanzia vivendo con la madre e la nonna, lavorando come contadino. Viene pagato 35 centesimi per ogni 100 libbre (45 kg) di cotone raccolti, prima di scoprire il suo talento. Si avvicina alla musica cantando gospel in chiesa.
Nel 1943 si trasferisce a Indianola, Mississippi e, tre anni dopo, a Memphis, Tennessee dove si appassiona alla chitarra con l’aiuto del cugino, il chitarrista Country-Blues Bukka White.
King incomincia, come disk-jockey, a trasmettere la sua musica dal vivo sulla radio di Memphis WDIA, una stazione che aveva da poco cambiato la propria programmazione per trasmettere soltanto musica nera, cosa estremamente rara all’epoca.
Inizialmente si presenta in radio col nome di The Pepticon Boy; più tardi diventerà The Blues Boy from Beale Street (il ragazzo del blues di Beale Street) o più semplicemente The Beale Street Blues Boy, nome che poi sarà abbreviato a Blues Boy e, infine, a B.B.
Le sue prime registrazioni, nel 1949, saranno per la RPM Records di Los Angeles, dall’onnipresente Sam Phillips che fonderà poi la leggendaria Sun Records.
Negli anni cinquanta King diventerà uno degli esponenti principali del panorama R&B, collezionando una lunga lista di hit in classifica.
Nel novembre del 1964 King registra, al Regal Theater di Chicago, l’album Live at the Regal che ben presto entrerà nella leggenda.
Nei decenni successivi King ha registrato sempre meno senza però perdere in popolarità grazie alla partecipazione a film e show televisivi (tra cui una puntata de I Robinson dove interpreta se stesso) e tenendo annualmente circa 300 serate. Nel 1988 ha conquistato una nuova generazione di fan grazie al singolo When Love Comes to Town, suonata insieme agli U2. Nel 2000 ha invece registrato Riding with the King in coppia con Eric Clapton.
Naturalmente è infinita la lista e il calibro dei musicisti con i quali ha collaborato durante la sua carriera: Buddy Guy, David Gilmour, Muddy Waters, Stevie Ray Vaughan, Mark Knopfler e Ray Charles, solo per citarne alcuni
Singolare è inoltre una sua esibizione, che lo ha visto duettare con l’attore Bruce Willis, suo grandissimo fan, e Anthony Jacobson, suo amico d’infanzia.
Sicuramente la sua musica ha ispirato intere generazioni di musicisti, da almeno cinquant’anni, e la sua fama nel mondo musicale resta invariata ancora oggi.
Nel 2004 B.B King è stato insignito di una laurea ad honorem presso la University of Mississippi e l’anno successivo è uscito l’album ’80, per celebrare gli ottanta anni dell’artista.
A settembre 2008 è stato inaugurato il B.B. King Museum and Delta Interpretive Center in Mississipi.
Nel 2012, dopo il duetto con Barack Obama, è uscito il disco dal vivo Live at The Royal Albert Hall 2011.
Curioso è l’aneddoto che lega il significato del nome col quale ‘The King‘ ha battezzato da sempre la sua chitarra. Nell’inverno del 1949, King stava suonando in una sala da ballo dell’Arkansas. Per riscaldare il locale era stato acceso un barile contenente del kerosene, pratica non troppo insolita. Due uomini incominciarono a litigare, facendo cadere il barile infuocato sul pavimento. Questo scatenò un incendio con conseguente evacuazione. Una volta fuori, King si rese conto di aver lasciato la sua chitarra, una Gibson semi-acustica, nell’edificio in fiamme e rientrò per recuperarla. Il giorno dopo, scoprì che i due uomini avevano litigato per una donna chiamata Lucille e decise di chiamare Lucille la sua prima chitarra, così come tutte le chitarre che ha posseduto da quell’esperienza quasi fatale, per ricordarsi di non fare mai più una cosa del genere. Altra versione invece vuole che, saputo il nome, avesse detto «Per colpa di Lucille a momenti ci rimetto la vita» creando poi un doppio senso tra la ragazza e la chitarra. Lucille inquesto caso è una Gibson Custom Shop ES-335 (nella sua carriera ha suonato anche ES-175, ES-330, ES-345 ma è della ES-335 che ha fatto il suo marchio), una chitarra nera, semi-acustica, prodotta appositamente per il vero ‘Re del Blues’. Costruita con le specifiche di BB King, si distingue dalle altre 335 per l’introduzione del Vari-tone, un selettore rotativo che interviene inserendo diverse combinazioni R/C per dare diversi tagli al suono proveniente dai pickup: di fatto si va da un suono gonfio e rotondo fino al suono più fine e sottile adatto al funky.
Il Re è vivo, lunga vita al Re…
ALEX PIERRO