Bruce Frederick Joseph Springsteen (Long Branch, 23 settembre 1949), considerato un’icona della musica Rock americana, ha per metà origini italiane: la madre, Adele Ann Zirilli (o Zerilli), proviene infattti da una famiglia emigrata negli Stati Uniti alla fine dell’ottocento da Vico Equense, in provincia di Napoli.
Arriva al grande successo nella seconda metà degli anni settanta, nel suo paese prima e a livello mondiale nel decennio successivo.
Tra gli album che hanno contribuito maggiormente al suo successo non si possono non citare: Born to Run (CBS Records, 1975), Darkness on The Edge Of Town (CBS Records, 1978) e lo storico Born In The U.S.A.(CBS Records, 1984).
Tutti e tre i dischi sono stati inseriti nella lista dei 500 migliori album dalla rivista Rolling Stone – in realtà la lista comprende ben otto suoi album complessivamente – e, sempre secondo la celebre rivista, occupa il 23esimo posto nella classifica dei migliori artisti oltre a essere stato giudicato miglior performer di tutti i tempi.
La sua storia artistica e la sua voglia di emergere partono da molto lontano, da quando all’età di sette anni, nel settembre del 1956, assiste alla prima celebre esibizione di Elvis Presley all’Ed Sullivan Show.
In quel momento decise che sarebbe voluto diventare come Elvis.
Chiese ai genitori una chitarra e, a Natale, ottenne una chitarra giocattolo di plastica.
Soltanto all’età tredici anni, nel 1963, riuscì a comperare una chitarra acustica usata per la cifra di 18 dollari, messi da parte facendo piccoli lavoretti nel quartiere. Iniziò a prendere lezioni da un suo cugino, Franck Bruno jr. detto “Frankie“, che gli insegnò i primi rudimenti.
Il primo brano Rock che Springsteen imparerà a suonare con la chitarra sarà Twist and Shout degli Isley Brothers, riproposta poi anche dai Beatles con enorme successo. Springsteen utilizzerà la canzone per tutta la sua carriera come bis alla fine dei concerti.
Tra i primi gruppi musicali in cui il giovane Bruce inizia a militare ci sono i The Rougues e, successivamente, The Castiles coi quali inizia a partecipare alle competizioni tra band. E’ proprio durante una di queste che Springsteen incontra Steven Van Zandt (Little Steven), un chitarrista poco più giovane di lui che diventerà il suo miglior amico e principale collaboratore.
Questi saranno i prodromi di quella cha sarà la band che lo accompagnerà per gran parte della sua carriera, la mitica E-Street Band.
Uno degli eventi-chiave nella carriera di Springsteen avvenne il 9 maggio 1974. Durante un concerto di Bonnie Raitt, a Cambridge nel Massachussetts, in cui Springsteen e la sua band facevano da gruppo spalla, il pubblico decretò un capovolgimento dei ruoli, richiamando a gran voce l’artista del New Jersey alla fine dello spettacolo e chiedendogli di esibirsi nuovamente.
Alcuni giorni dopo Jon Landau, critico musicale di Rolling Stone, scrisse sul settimanale The Real Paper di Boston: «Giovedì scorso, all’ Harvard Square Thaetre, ho visto brillarmi davanti agli occhi i miei trascorsi Rock ‘n’ Roll. E ho visto qualcos’altro. Ho visto il futuro del rock and roll e il suo nome è Bruce Springsteen. In una sera in cui avevo bisogno di sentirmi giovane, lui mi ha fatto sentire come se ascoltassi musica per la prima volta.»
Dopo aver scritto l’articolo, che contiene una delle frasi più citate della storia del Rock, Landau divenne amico di Springsteen e suo più fidato collaboratore, come produttore discografico a partire dall’album Born to Run e poi manager dall’estate del 1978 e per tutti gli anni a venire.
Le tematiche che il Boss tratta nelle sue canzoni, testimoniano la sua grande propensione verso le lotte quotidiane degli ‘ultimi‘ d’America, proletari, immigrati, diseredati, che lo hanno reso uno degli artisti più noti degli anni ottanta.
Basti pensare anche a brani come Streets of Philadelphia, che sarà anche colonna sonora del celebre film interpretato da Tom Hanks, che affronta il delicato tema dell’AIDS o quando, nel dicembre 2009, si schiera a favore del matrimoni gay.
Per le peculiarità dei testi delle sue canzoni, la stampa definì Springsteen ‘Working Class Hero‘, l’eroe della classe operaia. I temi della disillusione giovanile e del fallimento del sogno americano sono molto ricorrenti nelle sue opere: i suoi personaggi sono spesso dei perdenti, gente comune dell’immensa periferia statunitense, che lotta per sopravvivere.
Alcune sue canzoni sono considerate delle vere e proprie poesie musicate o delle brevi storie. Nel 1991 l’attore e regista Sean Penn ha prodotto il film The Indian Runner (Lupo Solitario in italiano), pellicola completamente ispirata ad una sola canzone di Springsteen, Highway Patrolman.
HAPPY BIRTHDAY BOSS…
ALEX PIERRO