Era il minuto 87. La Roma era alle corde al Tardini di Parma. La Juventus passeggiava allegramente sul cadavere del povero Cesena. Sembrava fatta. Almeno per alcuni. La squadra di Allegri si apprestava a volare in solitaria in vetta alla classifica, dopo sole quattro giornate. Invece no. Tutto rimandato. Forse. Si, perché lì, a punteggio pieno, c’è anche la Roma. Che lotta, combatte, ci crede. E alla fine vince.
Lo fa grazie alla forza del gruppo, alla capacità di tenere alta la concentrazione anche quando sarebbe facile perdere la pazienza. Questa Roma è squadra matura, paziente, efficace, ha sempre il controllo della situazione: anche quando gli spazi si chiudono e diventa difficile sviluppare la manovra. La Roma sà che può colpire in ogni momento ma soprattutto in ogni modo, grazie al collettivo o mediante le invenzioni dei singoli.
La formazione che si è presentata a Parma era orfana di giocatori importanti, vittime di infortunio: De Rossi, Strootman, Balzaretti, Astori, Borriello, Castan, Iturbe, Uçan. La rosa giallorossa tanto osannata per il suo essere vasta e variegata, si è trovata improvvisamente con la coperta un po’ corta. C’è da dire però che tutti i giocatori chiamati in causa dal tecnico francese si sono dimostrati all’altezza della situazione, non facendo rimpiangere gli infortunati e concedendo il minimo alla manovra parmense. Dopo un buon primo tempo, in cui Totti ha disegnato geometrie a non finire per i compagni di reparto, la Roma era in vantaggio di una rete a zero, grazie al gol di Ljajic ispirato proprio dal capitano giallorosso. Nella ripresa però il Parma ha cominciato a mettere il naso nella metà campo romanista, nella prima frazione di gioco “terra inesplorata”. Cassano il più in forma dei suoi, ha scaldato le mani di De Sanctis con un pericoloso tiro dalla distanza. Dalla respinta del portiere giallorosso è scaturito il corner da cui De Ceglie ha siglato il primo gol stagionale.
Probabilmente era l’unico modo in cui il Parma poteva colpire: da palla inattiva. Croce e delizia della squadra giallorossa. E’ infatti il minuto 87 quando Mattia Destro (subentrato al posto di Totti qualche minuto prima) conquista una punizione dal limite. Alla battuta si accinge Miralem Pjanic. Lui che ha imparato l’arte delle punizioni da un certo Juninho Pernambucano. Roma trattiene il fiato. E’ il match ball. Nel frattempo i tuoni continuano a cadere copiosi sulla Capitale, quasi a rappresentare un cattivo presagio. Come a dire: piove su Roma e sulla Roma. Ma questa Roma ha imparato a ballare anche sotto la pioggia, perciò ecco la magia: una traiettoria imprendibile disegnata dal talento bosniaco che si va a depositare alle spalle dell’incolpevole Mirante.
La Roma porta via da Parma tre punti importantissimi che oltre a consegnarle la vetta della classifica, le consegnano la consapevolezza di poterci credere. Fino alla fine. Tre punti che attestano la forza di una rosa costruita per raggiungere grandi traguardi e maturata giorno per giorno, grazie alle cure preziose di un tecnico divenuto ormai una certezza: Rudi Garcia. Difficile ad oggi, immaginare una Roma senza l’uomo che l’ha fatta risorgere dalle ceneri di quel lontano e sciagurato 26 maggio. E’ proprio quando sembra colpita a morte che questa squadra trova la forza per rinascere. Ancora una volta. Michela Cuppini