Nel giorno del “Natale” giallorosso, la Roma continua imperterrita il suo cammino mietendo un’altra incolpevole vittima: l’Hellas Verona di Mandorlini. La partita, da subito complicata, si è sbloccata solo al minuto 75’ grazie ad una prodezza di Alessandro Florenzi, da poco entrato in campo. A mettere in cassaforte il risultato ci ha pensato poi un eurogol di Destro, che ha dato avvio ai festeggiamenti per i 38 anni di Francesco Totti, in un Olimpico ornato a festa per l’occasione.
De Sanctis (6,5): Il Verona pensa più a difendersi che ad attaccare, ma nelle due occasioni in cui il portiere giallorosso viene chiamato in causa dimostra tutta la sua reattività: provvidenziali le sue parate sulle conclusioni di Gomez che nel primo tempo fa tremare il pubblico romanista con due diagonali al veleno. Nonostante il problema muscolare, rimane in campo e compie brillantemente il suo dovere. Fa anche di più: si trasforma in assist-man. Si, perché è dal suo rilancio che parte lo splendido gol di Mattia Destro.
Maicon (6,5): Spinge sulla fascia a più non posso, è una spina nel fianco per la difesa veronese. Mette dentro l’area di rigore cross interessanti, non sfruttati nella dovuta maniera dagli attaccanti giallorossi. Difronte alla muraglia giallo-blu decide di provare qualche conclusione dalla distanza.
Manolas (7): Benatia chi? E’ lui la garanzia del reparto arretrato. Fisicità, velocità e capacità di anticipare l’avversario. Al minuto 23 del primo tempo va anche vicino alla rete quando svetta con un colpo di testa sulla difesa del Verona. L’unica macchia sulla sua partita è il cartellino giallo per il fallo tattico a metà campo su Nenè pronto a far ripartire i giallo-blu.
Yanga-Mbiwa (6): Il difensore africano è probabilmente l’anello debole della retroguardia giallorossa. Si rende protagonista di un paio di lisci di cui però Gomez non approfitta. Allo stesso modo però è provvidenziale in alcune chiusure. Per essere il quarto difensore della rosa, non male.
Cole (6,5): Prestazione più che sufficiente per il terzino inglese che aveva iniziato la stagione un po’ sottotono. Rispetto alle precedenti uscite non ha paura di proporsi in avanti: tenta qualche cross e partecipa attivamente alla manovra. In fase difensiva si lascia scappare Juanito Gomez poi ipnotizzato da De Sanctis. E’ come il vino: migliora col tempo.
Keita (7): E’ il leader indiscusso del centrocampo giallorosso. Con eleganza ed esperienza detta i ritmi al resto della truppa. Garcia lo premia eleggendolo terzo capitano dopo Totti e De Rossi: un attestato di stima e fiducia che il maliano partita dopo partita dimostra di meritare. Con tutto il rispetto per Taddei, Seydou è un’altra cosa.
Pjanic (6): L’uomo della provvidenza di Parma, non riesce a incidere anche contro il Verona. Partecipa comunque in maniera attiva alla manovra giallorossa, tenta di proporsi in avanti, prova qualche serpentina ma si scontra contro il muro difensivo eretto da Mandorlini.
Nainggolan (6,5): E’ arrivato a Roma con il titolo di “riserva di lusso” ma il Ninja sembra poter fare reparto da solo. Corsa, sostanza e sacrifico: così può essere riassunta la sua partita. Ci mette il cuore come sempre finché Garcia non decide che è ora di farlo riposare, al minuto 37 del secondo tempo lo sostituisce il giovane Leandro Paredes (sv).
Totti (6): Nel giorno del suo trentottesimo compleanno non riesce a incidere come vorrebbe e a siglare il primo gol stagionale nonostante i vari tentativi verso la porta difesa da Gollini. Va vicino al gol in due occasioni: la più ghiotta è quella su invito di Maicon ma il pallone va di poco alto. Al minuto 65’ Garcia decide di fargli tirare il fiato e al suo posto subentra Alessandro Florenzi (7,5): L’inesauribile motorino giallorosso non conosce problemi di adattamento. Dimostra ancora una volta la sua capacità di entrare in partita in corso, la sua voglia di farsi trovare pronto. Risolve un match che stava diventando complicato al minuto 75’ con un tiro potente e improvviso che si va ad infilare nell’angolino basso della porta di Gollini. Pochi minuti dopo sfiora il raddoppio colpendo in pieno la traversa. Gli impropri paragoni con Simone Perrotta sono ormai un lontano ricordo.
Ljajic (6,5): Dopo il gol di Parma il ragazzo sembra aver ritrovato fiducia e serenità. Si rende protagonista di giocate interessanti: è pericoloso in zona offensiva, buoni i suoi scambi con Totti e i suoi tentativi di cross. Al minuto 57’ lo sostituisce Gervinho (6,5): Garcia decide che è ora di far riposare l’ivoriano, un pò spento e poco lucido nell’ultima uscita. Ma la Roma ha bisogno di lui. Perciò al dodicesimo minuto della ripresa lo butta nella mischia. L’ivoriano rende vivace la manovra offensiva giallorossa: aggira il pullman del Verona parcheggiato davanti all’area di rigore e dispensa assist a più non posso per i compagni di reparto che non riescono a centrare la porta.
Destro (7): Si divora occasioni clamorose facendo disperare la tifoseria giallorossa ma da bomber di razza qual è non può non timbrare il cartellino. E’ il minuto 86’ quando sulla metà campo si inventa un gol-capolavoro: su rilancio di De Sanctis il giovane talento ascolano stoppa di petto, alza la testa e disegna una parabola di 36 metri che si va ad infilare alle spalle di Gollini.
Garcia (7,5): Non pensa alla Champions e si vede. Niente turnover: schiera dal primo minuto Francesco Totti che tutti davano a riposo precauzionale in vista delle sfide di Manchester e dello Juventus Stadium. Il tecnico francese è bravo a leggere la partita in corso d’opera: le entrate di Gervinho e Florenzi sono infatti provvidenziali. La Roma che sta nascendo è sempre più plasmata a sua immagine e somiglianza.
Michela Cuppini