Cultura, tradizione e storia. Il Torneo dei Rioni si svolge da 52 anni, il secondo week di agosto. Si apre la prima sera “il venerdì”. Il corteo storico Federico II che coinvolge tutta Oria, quasi mille personaggi sfilano per le vie della città impersonando la corte di Federico II, il Puer Apuliae che volle l’incontro e la fusione tra l’Oriente e l’Occidente. Durante il corteo, l’imperatore viene circondato dalle guardie del corpo arabe, da odalische, dalla corte orientale del suocero Giovanni di Brienne e da tutti i dignitari e i nobili che sfilano sotto i simboli dei quattro rioni di Oria: Lama, Castello, Santo Basilio e Judea. Immancabile la delegazione di Lorch, la cittadina tedesca gemellata con Oria sin dal 1967 perché custodisce la tomba di famiglia degli Honhestaufen, alla cui dinastia apparteneva la madre di Federico II.
A rendere ancora più scenografico il Corteo storico sono le comparse che arrivano direttamente da Cinecittà con gli animali: i cammelli, cavalcati da belle fanciulle di Oria e i cavalieri con i loro cavalli. Non manca mai una famiglia di Oria, che sfila circondata dai serpenti, boa constrictor… il falconiere (Federico II scrisse un famoso trattato sulla caccia con il falco) con gli sbandieratori, una tradizione ben radicata in una città legata alla sua storia medioevale come Oria.
Nella terza giornata, al Campo dei Padri rogazionisti, con inizio nel tardo pomeriggio, c’è la sfida in gare tra i quattro rioni, che si sfidano nelle durissime prove di stampo medievale valide per l’assegnazione dell’ambito “Palio”, uno spettacolo stupendo di colori e sensazioni. Per vincere il Palio gli atleti dei quattro rioni dovranno conquistare il maggior numero di punti durante cinque prove (ariete, botte, forziere, gara del ponte, velocità e destrezza), il cui ordine di svolgimento viene sorteggiato poco prima dell’inizio del Torneamento. Ogni prova dà diritto a quattro punti al primo classificato, tre al secondo, due al terzo e uno all’ultimo. Chi non dovesse concludere la prova o non presentarsi alla partenza non riceve alcun punto. In caso di parità è prevista una prova di spareggio.
I primi a cimentarsi nella gare: sono i cavalieri dei quattro rioni. Le loro prove sono particolarmente spettacolari anche se non valgono ai fini dell’assegnazione del Palio. Esse servono idealmente a riscaldare l’animo dei contradaioli e a ricreare alla perfezione l’atmosfera della sfide cavalleresche medievali.
La gara ariete: questa gara prendono parte due atleti per ogni rione. Al via del giudice di campo, ogni gruppo di atleti imbraccia un ariete pesante ottantacinque chili e lo trasporta per sessantacinque metri, fino a sfondare un portone. Poi, un atleta di ogni rione prenderà una bandierina con i colori rionali e, di corsa, tornerà al punto di partenza.
La gara botte: che un atleta per ogni rione, al via del giudice di gara, percorre novantacinque metri fino a raggiungere una botte. Dopo averla attraversata, raccoglierà una bandierina dei rione, per poi tornare al punto di partenza. E’ una prova di velocità che simboleggia la scaltrezza di chi era costretto a fuggire superando spesso anche strani ostacoli, come una botte.
La gara forziere: gli atleti, uno per ogni rione, dopo il via dei giudici di campo, raggiungono un forziere pesante circa ottanta chili e lo trascinano con una corda per sessanta metri fino a portarlo fuori dalla linea di arrivo. Aprono poi il forziere e prendono la bandiera con i colori del proprio rione, issandola su un apposito supporto, distante venti metri. Si tratta di una prova di forza dal valore simbolico, legata al mistero dei forzieri tipico dell’epoca medievale.
La gara del ponte: un atleta per ogni rione, al via del giudice di gara, percorre un tracciato di circa duecento metri, durante i quali incontrerà diversi ostacoli (asse di equilibrio, scalinate e ponte) che dovrà superare senza esitazioni prima di raggiungere una scala, dove collocherà una bandierina del proprio rione e dovrà alzare il braccio in cielo in segno di vittoria.
Anna Rita Santoro