Undici gli artisti espositori, di diverse formazioni e linguaggi espressivi e provenienti da diverse aree geografiche, che si sono dati appuntamento anche quest’anno in provincia di Alessandria, al Parco dell’Arte di Cerrina per la IX edizione della mostra culturale internazionale “La leggerezza della Scultura”. Nessun tema è stato suggerito e grazie a tale libertà gli artisti non hanno subito condizionamento alcuno. L’esposizione sarà inaugurata l’ 11 ottobre 2014 alla presenza di Aldo Visca –Sindaco del Comune di Cerrina, Maria Grazia Piglia, Assessore alla Cultura del Comune di Cerrina e di Anselmo Villata, Presidente dell’ I.N.A.C – Istituto d’Arte Contemporanea, promotore e curatore della mostra, che quest’anno vuole tributare un omaggio particolare a due grandi maestri del Novecento scomparsi recentemente e che furono particolarmente legati all’I.N.A.C. : il maestro Riccardo Licata e Francisco Sobrino, argentino tra i maggiori esponenti del GRAV di cui fu anche fondatore.
Questi gli artisti e le opere in mostra: Paolo Conti (Italia)sarà presente con “Castore” (2008, acciaio inox cm 267x60x60), scultura costruita con scarti di lavorazioni dei metalli componenti, mostrando così che nulla è rifiuto inutile, ma molto è recuperabile e non solo, poiché ciò che si eliminerebbe può diventare addirittura opera d’arte, quindi acquisire eternità; Claudia Haberkern (Germania) con l’opera “Dafne” (2008, pietra sintetica cm h184x33x33), inventa un collegamento tra classicità e attualità evocando miti greci attraverso forme e concetti legati alla nostra epoca e alla nostra cultura, delle quali il materiale stesso ne è testimonianza; Marin Kasimir (Belgio) , con il suo “Profil XXV” (1996, poliestere cm82x60x14) suggerisce nuovi punti di visione delle cose,catturando profili, principalmente antropomorfi e zoomorfi, da lastre di materiale sintetico lavorato, ondulato, deformato nel concetto di levità del pensiero da cui ciò ha origine; Riccardo Licata (Italia-Francia) ripropone il suo gesto poetico-musicale spaziale in “Con che soavità” (2001, legno tulipier e smalti dipinto a mano cm 116x296x50), in cui scultura e pittura si incontrano a costruire lo spazio circostante con forme dagli andamenti ritmici e dolci, fedeli ai gesti e alle azioni delle persone e del creato; Carlo Mazzetti (Italia) , con “Pensieri in volo” (2012, bronzo e ferro cm 200x175x4) conferma la duplicità dell’esistenza, la simbiosi tra fisico e spirito, l’unione tra terra e cielo, ma anche la tensione che spesso si avverte tra il legame delle proprie radici e il desiderio di liberare il pensiero verso spazi più ampi; Sergio Omedè (Italia) da molti anni forma le sue opere con un materiale moderno e antico contemporaneamente, la vetroresina e crea figure, come “Lo Zio” (2007, vetroresina policroma cm255x105x214), che attingono da caratteristiche umane primitive, a volte sembrano minotauri e, per questo, inducono a riflettere sul pericolo dell’involuzione del progresso; Dorino Ouvrier (Italia) ama la natura e i materiali naturali, specialmente il legno, ma anche il bronzo, materiale antico, come nel caso de “Il Gallo” (2003, bronzo cm h88x52x31) lavorato lo stesso come il legno, all’apparenza manualmente nel metallo fuso, con intervento diretto sul magma incandescente; Giovanni Saldì (Italia) con “Universaloide d’asfalto” (2013, asfalto, alluminio, poliuretano, fibra di carbonio, smalto, ferro, legno, subwoofer, cm h213xØ200) esprime una sorta di inquietudine dettata dalla carenza di amore e di attenzione dell’uomo verso la natura che potrebbe portare a conseguenze incontrollabili fino alla sopraffazione di elementi “mostruosi”; Grazia Simeone (Italia) come Penelope tesse le sue opere, ma con fili metallici e non le distrugge, perché, opere come “Canto” (2009, filo di rame tessuto, Øcm 200) sono la testimonianza della laboriosità della mente e dell’eternità del pensiero che ha capacità infinite di elaborare, costruire, creare nello spazio e nel tempo in continua interazione; Francisco Sobrino (Argentina-Spagna) in “Senza titolo” (2008, plexiglas, cm h200 xØ 60) pone diversi elementi della sua ricerca, a partire dai materiali, di nuova generazione, trasparenti, specchianti, duttili, alle geometrie piane o volumetriche, semplici o modulari, ai colori e, quindi, la luce che causano una destrutturazione dello spazio e la sua nuova creazione ed in conclusione Silvio Vigliaturo (Italia) sarà presente con la scultura “Figlio dei fiori” (2011, vetro cm h245x57) nella quale viene espressa la sua passione per il vetro, per il colore, per la trasparenza, per la capacità che hanno queste opere di coinvolgere, di piacere, di suscitare sentimenti poetici e musicali, di portare allegria e far sognare mondi fantastici.
Per l’occasione è stato prodotto anche catalogo collana Arte Visiva – Edizioni Verso l’Arte, di 64 pagine – interamente a colori, con la riproduzione di tutte le opere esposte, con un testo critico di Anselmo Villata ed introduzione dell’Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea. La mostra “La leggerezza della scultura “–IX edizione resterà aperta al pubblico sino al 21 dicembre 2014.
Per ulteriori informazioni: www.istituto-inac.eu
di Daniela Paties Montagner