Un appuntamento ormai consolidato, molto sentito e dai grandi contenuti culturali quello con il cineforum d’autore della parrocchia di San Tommaso Moro che ha visto la proiezione del film “Il vizio della speranza” del regista Edoardo De Angelis, pellicola vincitrice del Premio del Pubblico alla Festa del Cinema di Roma e alla quale il Tokyo International Film Festival ha riconosciuto i titoli di miglior regista e di migliore attrice a Pina Turco, figura protagonista nella pellicola con il nome di Maria.
Alla proiezione hanno partecipato il regista e il produttore Pierpaolo Verga che, insieme al parroco Don Andrea Celli, hanno risposto alle domande di un pubblico attento, partecipe e rappresentativo di età molto diverse che ha apprezzato molto una pellicola intensa, dai tratti forti e definita dal produttore “basica ed essenziale, con valenze filosofiche estremamente alte”. Il film fin dal titolo fa presagire il tema di fondo e cioè di un bene che, nel contesto di estremo degrado rappresentato dalla città di Castelvolturno, si sforza comunque di non essere sopraffatto dal male che lo circonda, facendo leva su di un concetto di maternità che il regista affronta sotto diversi aspetti, estremizzandolo attraverso il tema dell’utero in affitto ma rendendolo anche strumento di redenzione e di libertà.
Il regista ha infatti definito la questione della maternità “onnipresente” nel film come già il nome della protagonista lascia presagire ma questo è solo uno dei temi che interrogano dal punto di vista del cristiano. L’eterna lotta tra il bene e il male, la mancanza di alternative per tanti dei personaggi della pellicola, l’importanza di andare incontro all’altro in qualsiasi condizione esso sia, la presenza di una scintilla di bene anche nei personaggi più negativi, il male così strutturato e suadente tanto da dare sicurezza sono argomenti e spunti di riflessione di grande profondità che il film pone con chiarezza e forza narrativa.
Il vizio della speranza è un film crudo ma con tratti di grande tenerezza che, come ha affermato Don Andrea Celli in conclusione, al contrario di altre pellicole che si fermano ad una rappresentazione disperata e disperante della realtà e ad un orizzonte piatto e senza slanci, lascia aperta la porta ad una risposta culturale rappresentata dalla speranza cristiana che diventa innanzitutto strumento per combattere l’ignoranza, spesso precondizione del male.
Il cineforum d’autore è solo una delle tantissime attività portate avanti dalla Parrocchia di San Tommaso Moro, avamposto prezioso dal punto di vista religioso, etico, culturale e sportivo in un quartiere difficile e caratterizzato da una folta presenza giovanile.
Proprio i giovani, presenti in gran numero al cineforum e molto attivi nel porre domande al regista e al produttore, sono da sempre una delle priorità della Parrocchia e di Don Celli. San Tommaso Moro, situata a due passi dall’Università La Sapienza, ha infatti promosso tra le altre attività anche una importante scuola di formazione sociale e politica rivolta agli universitari che ha messo in contatto i giovani con personalità prestigiose del mondo politico, culturale, ecclesiastico e dato vita alla mostra “MORE – chiamati al più possibile”.
di Emidio Piccione