Anche se non numerosa come a New York, Chicago, San Francisco, la comunità italoamericana di Los Angeles è stata sempre consistente: nel 2008, con circa 100.000 persone, rappresentava il 2,8% della popolazione. Negli anni successivi c’ è stata una stasi, ma negli ultimi tempi varie personalità italiane stanno contribuendo alla rinascita della comunità italiana losangelina. A nche la cultura musicale si sta sviluppando, come logico i n una città avente il suo punto di forza soprattutto nell’industria dell’audiovisivo ( film , prodotti nella vicina, mitica Hollywood, produzioni televisive,e tanta musica ). : grazie all’apporto proprio di giovani musicisti italiani, tra cui Massimo Litterio Maggiore.
Partito da Roma con poco piu’ di una chitarra ma in possesso d’ un’esperienza decennale nell’underground italiano, Maggiore, laureato in Ingegneria gestionale a Tor Vergata, sta facendo emergere il suo nome nel panorama losangelino come ingegnere del suono, vantando partecipazioni a progetti come “Survival Blues”, album di Walter Trout, “Nobody told me”, di John Mayall (entrambi nella top 5 delle classifiche blues di “Billboard”, storica rivista musicale americana nata addirittura nel 1894 ): oltre che vantando crediti in svariati album di artisti emergenti. Al momento e’ ingegnere del suono presso Kingsize Soundlab, studio di registrazione noto nel panorama musicale, americano, collabora con un etichetta discografica (40below records) e suona stabilmente come chitarrista nei locali di Los Angeles.
Uno degli ultimi progetti musicali di Maggiore – con la cantante Kendall Rucks e la band Zodiac Mafia – è la registrazione, in corso a Studio City Sound col celebre produttore Bob Cutarella ( con cui han lavorato artisti come Sting, Keith Richards, Eric Clapton), del primo EP: cui seguira’, in tarda estate, un tour dei college americani.
“ E’ un onore partecipare a queste sessioni con artisti incredibili”, dice Maggiore, solo un anno dopo l’entrata nel mondo professionale statunitense (grazie a vari permessi di lavoro); “non posso che essere contento di quello che sto vivendo. Vado fiero anche degli artisti emergenti che ho registrato e sto registrando, e amo l’aspetto multiculturale di Los Angeles, che si rispecchia anche nella musica. Riesco a portare avanti il mio lavoro come ingegnere del suono, produttore e chitarrista. Credo sia molto importante saper essere multitasking nel panorama musicale di oggi”, conclude il giovane artista. “Sto realizzando i miei sogni ma non mi voglio fermare”.
Storie come questa di Massimo Litterio Maggiore e altri talenti italiani trasferitisi , piu’ o meno stabilmente , negli USA, al di là di tutta la possibile retorica sull’ “American dream”,. costituiscono spaccati importanti della vita quotidiana in un Paese dove, di qualunque colore sia il Governo, meritocrazia e valorizzazione delle competenze, per lunga tradizione, esistono davvero.
Anna Rita Santoro