Il 17 marzo 2019, davanti all’Altare della Patria a Roma, il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, ha voluto ricordare l’ anniversario dei 158 anni della proclamazione del Regno d’Italia.
Un po’ di storia. Il 17 marzo del 1861, avveniva la proclamazione del regno d’Italia. Il nuovo Stato nasceva dalla fusione degli Stati preunitari in cui era divisa la penisola italiana da diversi secoli. A tale data restavano fuori ancora lo Stato Pontificio e il Veneto insieme ai territori di Trento, Trieste e l’Istria. Le reazioni internazionali furono così entusiastiche che nel giro di qualche settimana il nuovo Regno venne riconosciuto dalla Svizzera, dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti d’America.
Molti osservatori politici europei dell’epoca salutarono con entusiasmo un così grande avvenimento: finalmente, con quindici secoli di ritardo, nasceva l’Italia. Gli stessi guardarono con favore alla nascita di uno Stato così grande per territorio e popolazione, perché poteva dare stabilità nel meridione d’Europa dove Francia e Austria se ne contendevano il controllo e, nello stesso tempo, estendendosi nel Mediterraneo, assumere un ruolo di equilibrio su un mare così vasto dove Francia e Gran Bretagna si contendevano le rotte commerciali.
La proclamazione del Regno d’Italia fu l’atto formale che sancì la nascita del Regno d’ Italia. Avvenne con un atto normativo del Regno di Sardegna – la legge 17 marzo 1861, n. 4761 – con la quale Vittorio Emanuele II assunse per sé e per i suoi successori il titolo di Re d’ Italia.
In seguito alla Seconda Guerra di Indipendenza ed alla spedizione dei Mille, guidata da Giuseppe Garibaldi, nel biennio 1859-1860, l’obiettivo dell’unità d’Italia era stato in gran parte raggiunto, con le sole eccezioni del Triveneto e dal Lazio. L’annessione al Regno di Sardegna delle varie provincie era stata sancita da una serie di plebisciti. Tuttavia, il nuovo Stato portava ancora il nome di Regno di Sardegna.
Subito dopo l’inizio della legislatura, in data 21 febbraio, l’allora Presidente del Consiglio Camillo Benso conte di Cavour presentò al Senato un progetto di legge, composto da un solo articolo, per ufficializzare la nuova denominazione del Re, divenuto poi norma il 17 marzo 1861, con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia n.67
L’ artefice dell’unificazione italiana fu Camillo Benso conte di Cavour che divenne il primo capo di governo del nuovo Stato come allo stesso modo Vittorio Emanuele II ne divenne il primo re. E per sottolineare come fosse nato davvero un nuovo Stato c’è da osservare la provenienza geografica di alcuni ministri: al dicastero della Giustizia c’era il piemontese Cassinis, al Ministero della Pubblica Istruzione rivestiva l’incarico il napoletano De Sanctis, al Ministero dell’Agricoltura il siciliano Natoli, ai Lavori Pubblici il fiorentino Peruzzi, alle Finanze il livornese Bastogi, al Ministero della Guerra l’emiliano Fanti.
Anna Rita Santoro