«Un semplice fiocco nero, senza alcun riferimento. E’ bastato addirittura questo, un paio di giorni fa, a rendere censurabile agli occhi di Instagram il mio profilo e a far sì che il social rimuovesse immediatamente il post che avevo pubblicato sul mio account in occasione del settantaquattresimo anniversario della scomparsa di mio nonno. Eppure non avevo pubblicato frasi di commiato e tantomeno fatto menzione della ricorrenza o nominato Benito Mussolini. Sembrerà strano, ma, nonostante capiti ormai sempre più di frequente a me o ad altri esponenti della mia famiglia, io non riesco a smettere di indignarmi per l’atteggiamento discriminatorio che il mondo dei social continua ad adottare nei nostri confronti. E’ evidente che la polizia di pensiero messa in campo da Facebook e Instagram agisce secondo le stesse modalità messe in campo dal KGB: pur di controllare qualsiasi forma di comunicazione, arriva addirittura a contravvenire anche ai più elementari principi democratici. Non so proprio dove andremo a finire, continuando di questo passo». Così Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale.