Di tutto e di più riecheggiava nel salone di attesa bagagli la scorsa notte a Fiumicino, da parte di passeggeri inviperiti quando si sono resi conto che le valige e i bagagli a mano che caricati nella stiva erano invece rimasti a terra.
Il lupo, se di lupo si può trattare, perde il pelo ma non il vizio. Questo è l’ennesimo disservizio che l’Alitalia, la nostra compagnia di bandiera da un lato, continua impegnare risorse economiche a non finire per evitare il fallimento mentre dall’altro, mostra disinvolture noncuranza a creare estremi disagi passeggeri.
Tutti i bagagli a terra
Per la cronaca si è trattato di uno scarico di massa dall’ aereo Alitalia dei bagagli dei passeggeri che il 28 scorso da Nizza, con volo Az335 si recavano a Roma tra cui, un gruppo di 32 persone in ritorno dalla Francia che come italiani si erano affidati ad Alitalia.
Se non fosse stata una condizione di forte stress e di vera difficoltà, in particolare per coloro che avevano lasciato le chiavi di casa nel bagaglio a mano a Nizza e che si trovavano ormai nel cuore della notte, un fatto del genere avrebbe potuto ricordare per analogia, le disavventure di viaggio sul torpedone dei Brambilla. Solo che un conto è la realtà romanzesca, altro è quella della nostra compagnia di bandiera.
L’ aereo sbilanciato
L’assurdo della vicenda è che dopo aver preso posto a bordo, l’aereo ha ritardato di 20 minuti la partenza prevista alle ore 19,15. Da informazione del personale di volo è stato appreso che il ritardo era imputabile ad uno sbilanciamento di carico per cui era necessario riposizionare le valige nella stiva, come se l’inserimento dei bagagli sull’aereo, aggiungiamo noi, fosse avvenuta con una ruspa che ha lasciato il tutto in un mucchio a caso, in un punto sbagliato.
D’altra parte gli addetti all’imbarco avevano avvertito che i bagagli a mano dovevano essere lasciati insieme agli altri più pesanti, nella stiva. In tal modo sull’aereo gli alloggiamenti dei bagagli a mano erano rimasti stranamente vuoti.
Prima di partire viene anche annunciato a bordo che qualche bagaglio per questioni di peso è dovuto rimanere a terra, ma probabilmente nessuno pensava che al di sotto delle dimensioni massime previste, la qualcosa potesse riguardare le proprie valigie e tanto meno il bagaglio a mano.
La sorpresa a Roma
Ma il coronamento di tanta disinformazione sulle reali cause del presunto sbilanciamento dei bagagli con l’aggiunta di quelli a mano, è avvenuto dopo l’arrivo, quando i viaggiatori sono andati a ritirare le proprie valige. Altro che qualche valigia rimasta terra, come era stato annunciato alla partenza da Nizza. Si trattava invece di tutti i bagagli consegnati dal menzionato gruppo.
E’ allora che il lavoro degli addetti alla partenza si è rivelato nella sua piena disinvoltura nei confronti di chi a seguito di prenotazione, aveva pagato anticipatamente il biglietto.
I bagagli erano rimasti a Nizza perché erano stati scaricati, così è stato poi detto, per compensare questo assurdo sbilanciamento di carico.
L’eccesso di peso
Vi erano tra i passeggeri del volo Az335, come detto, anche un gruppo di 32 partecipanti ad un convegno in Francia, che ritornavano a Roma. Poiché questi portavano i loro bagagli del peso previsto non si poteva trattare di una condizione di eccesso di carico.
D’altra parte, non si dovrebbe neppure dedurre che per ragioni interne Alitalia i responsabili della Compagnia aerea hanno preferito anticipare nuovo carico di carburante in luogo del peso delle valige. Questo perché tutti gli aerei di dotazione nelle tratte assegnate prevedono il rispetto del margine di sicurezza a pieno carico dei passeggeri e di carburante. Quindi, regge poco l’ipotesi che i bagagli siano stati scaricati per imbarcare una maggiore quantità di carburante. Resta allora il mistero che Alitalia deve chiarire, perché non è possibile concepire un disguido accidentale dello scarico delle valige mentre i passeggeri vengono disinformati dal personale di bordo che i bagagli erano stati riposizionati per equilibrare la stiva dell’ aereo.
Nel modo in cui tutto ciò è avvenuto, oltre al danno a cui i passeggieri sono stati sottoposti, è subentrata anche la beffa; la beffa di aspettare inutilmente per interminabili minuti i propri bagagli all’arrivo sul nastro scorrevole fino allo stop, senza che alcuno avvisasse almeno quanto era avvenuto.
Oltre a questo, vi è stata l’ attesa di ore senza altra informazione se non quella che si evince da un comportamento di questo genere. Nel corso della notte infatti, i passeggeri hanno dovuto attendere pazientemente il turno per segnalare formalmente alla Compagnia quanto la stessa, avrebbe dovuto spontaneamente riferire ai propri sfortunati clienti.
Nessuna informazione
Nessuna indicazione dunque, nessuna persona della Compagnia, per riferire ai passeggeri che il loro bagaglio era rimasto a Nizza. Questo è stato appreso solo dopo che il gruppo dei malcapitati utenti Alitalia, sono andati a chiedere spiegazione agli uffici aeroportuali di Fiumicino, e a presentare una prima denuncia per questo stato di cose agli addetti dell’Assistenza bagagli di Fiumicino.
L’altra ipotesi possibile è che, in assenza di ulteriori notizie, un fatto del genere possa essere imputato ad una sorta di boicottaggio nei confronti della stessa Compagnia. Ma se così fosse non si comprenderebbe la disinformazione dell’equipaggio di volo prima della partenza sulla vera causa di questo inconveniente.
Per un verso o per un altro
A conclusione di quanto avvenuto, è importante che Alitalia esprima in modo corretto quali sono stati i motivi di questo grave disguido; disguido che incide pesantemente sulla sicurezza delle stesse persone che arrivano a destinazione nel cuore della notte e non si trovano neppure quanto hanno lasciato di indispensabile nei bagagli a mano per le loro immediate esigenze tra cui quasi certamente anche le chiavi per entrare in casa nonché i famaci di periodica assunzione, come ad esempio, i cadiaci e gli insulinici.
Qual è il motivo di tanta negligenza? E, se di negligenza si tratta, ci troviamo di fronte al discredito di una Compagnia che da una parte, chiede soccorso per non fallire per colpa dei suoi dipendenti responsabili, mentre dall’ altra, si espone alle meritate critiche dei suoi benefattori, ovvero, dei contribuenti italiani. Michel Emi Maritato