Per continuare a «dotare l’Ipa di un nuovo assetto organizzativo e garantire la continuità di risanamento», così la sindaca Raggi avrebbe motivato la riconferma di Fabio Serini che ad oggi rimane alla guida dell’Ipa in gestione commissariale.
Già nominato da Luca Lanzalone e quindi riconfermato da Virginia Raggi, nonostante l’inchiesta che lo vede indagato per corruzione e traffico di influenze e nonostante, in altra vicenda, il M5s abbia chiesto e ottenuto le dimissioni del sottosegretario Armando Siri, accusato dalla procura di Roma di un analogo reato.
«L’ordinanza sindacale del 13 giugno 2019 conferma la nomina di Fabio Serini a commissario dell’Ipa. La sindaca Raggi riserva piena fiducia alla professionalità del commissario, compagno di merende di Luca Lanzalone, insieme al quale è indagato e rinviato a giudizio per corruzione, nella vicenda dello Stadio della Roma». Lo dichiara in una nota il capogruppo del Pd capitolino Giulio Pelonzi.
«L’ex commissario dell’azienda livornese dei rifiuti, che dal 2017 dirige l’ente previdenziale dei dipendenti di Roma Capitale, avrebbe dovuto essere congedato dalla sindaca, dopo l’approvazione del bilancio 2018. Invece – aggiunge Pelonzi – apprendiamo con stupore della conferma nell’incarico. La linea dell’intransigenza assoluta e del rigore verso chiunque abbia a che fare con la giustizia, vacilla e non è più ad appannaggio del Movimento 5 stelle. Viene da pensare che i grillini abbiano cambiato direzione sposando in questa occasione la linea garantista. Il garantismo, termine rigorosamente vietato nel contratto di fedeltà al movimento cinque stelle e sottoscritto anche dalla Raggi, torna utile per questa occasione e i fatti oggi ci dicono che vale solo per alcuni e solo se conviene. Nel caso di Serini – conclude Pelonzi – non vale la pena essere o apparire come diversì, conviene diventare garantisti». Michel Emi Maritato