L’export italiano è uno dei motori trainanti dell’economia italiana con i suoi 463 miliardi complessivi registrati nel 2018 (fonte: MISE) ma ci sono grandi margini di crescita soprattutto nel settore food, le cui esportazioni sono cresciute del 70% in dieci anni e che vedono l’Italia come sesto paese su scala globale, e nel settore della moda che pesa per il 14,4% sul totale delle esportazioni e nel quale L’Italia è il secondo paese al mondo per proiezione all’estero, subito dopo la Cina. (fonte: Deloitte). Una crescita che potrà verificarsi solo in presenza di un forte supporto delle istituzioni alle imprese che esportano e di una stretta sinergia tra aziende, associazioni di categoria e pubblica amministrazione. Sono alcune delle conclusioni emerse dall’ IEF-Italian Export Forum, il primo forum specificamente pensato per riunire il mondo dell’export italiano, una vera e propria “Cernobbio dell’export” aperta dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e che ha visto SACE SIMEST (Gruppo Cdp) come main partner tecnico ed il supporto di ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, Deloitte, Edelman e la Lega del Filo d’Oro come Charity partner. Riuniti da Lorenzo Zurino, imprenditore campano attivo da oltre dieci anni nella distribuzione di prodotti food negli USA e premiato a marzo scorso dalla NIAF – la più importante fondazione degli italo-americani come miglior imprenditore under 35, il Forum ha visto la partecipazione di oltre 110 aziende e 50 top manager, tra i principali protagonisti dell’export italiano, che hanno animato focus tematici e dibattiti per aiutare le aziende a esportare di più e meglio. La seconda giornata di lavori è stata aperta dal presidente di SACE Beniamino Quintieri che ha parlato del futuro dell’export italiano mentre a seguire si è tenuto un forum sulla “diplomazia economica” nella conoscenza e nell’approccio a nuovi mercati che ha visto tra i protagonisti anche Pasquale Salzano, Ambasciatore d’Italia in Qatar. Le presentazioni di SACE SIMEST, dell’Osservatorio Cibus Connect 2019, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di Nielsen hanno offerto un quadro dettagliato della presenza italiana all’estero e degli scenari futuri, in modo particolare nei settori dell’agroalimentare e della moda, due dei settori trainanti dell’export italiano.
Positivo il quadro offerto allo IEF da Sace Simest che prevede per l’export italiano un trend di crescita positivo per l’anno in corso (3,4%) e in rafforzamento nel 2020-2022(4,3% medio annuo), confermandosi motore della crescita economica italiana.
Deloitte, coordinatore dei tavoli tecnici, oltre a presentare dati sull’export nei settori alimentare e della moda, ha lanciato allo IEF, MinD pubblicazione trimestrale nata per aggiornare i professionisti del settore dei beni di consumo con idee, spunti di riflessione, storie imprenditoriali, dati e informazioni. Il numero presentato al forum è dedicato a “Internet of things e nuove tecnologie: il futuro è già oggi!”, un approfondimento sull’impatto delle tecnologie sui consumatori e quindi sulle aziende.
Secondo i dati dell’Osservatorio Cibus Connect 2019, l’Italia esporta il 50% dei suoi prodotti alimentari in 4 Paesi (Germania, Francia, Regno Unito, USA) mentre se si considera l’export pro-capite, la Svizzera è il primo paese di destinazione del food Made in Italy. E’ stata inoltre illustrata un’indagine su 300 operatori (buyers e importatori) internazionali intervistati su 34 domande relative al cibo italiano e quasi l’88% degli intervistati si aspetta uno sviluppo positivo del settore alimentare del nostro paese nei prossimi 3 e 5 anni.
Con riferimento al settore moda, tra i mercati più interessanti esaminati nel primo giorno dello IEF c’è la Cina che, secondo Deloitte, è il primo tra i mercati emergenti per potenziale di crescita dell’export italiano, per il quale ci si aspetta un +42,3% nel periodo 2018-2023. Nel 2017 il fashion italiano nel mondo ha raggiunto quasi i 62 miliardi di euro, mostrando una buona distribuzione tra le esportazioni verso i Paesi dell’eurozona così come verso gli stati extra-UE. Il potenziale dell’Italia in questo settore è estremamente elevato visto che tra le prime 100 aziende del lusso al mondo, è italiana un’azienda su 4.
“Quelle del forum sono state giornate estremamente importanti per l’export italiano perché è ufficialmente nato un progetto inedito, pensato dalle aziende e per le aziende che non si esaurirà nella due giorni ma sarà operativo nel corso di tutto l’anno per costituire uno spazio stabile di analisi, confronto, proposta concreta al servizio di tutti i soggetti pubblici e privati interessati al mondo dell’export Made in Italy. Abbiamo anche dato uno sguardo al futuro dell’export italiano e al tema della diplomazia economica, fattore spesso decisivo per il successo delle aziende italiane all’estero che sempre più spesso auspicano una stretta collaborazione con le istituzioni nell’avvicinamento ai nuovi mercati – ha affermato Lorenzo Zurino, presidente dell’Italian Export Forum – L’adesione allo IEF di tante aziende e istituzioni dimostra che lo IEF ha risposto ad una necessità concreta ed è per questo che è già in programma un’edizione a giugno 2020 ed una sessione speciale che si terrà il prossimo gennaio a New York”
di Emidio Piccione