Si è aperto nelle ultime ore un gigantesco focus sui fatti di cronaca e le inchieste legate alla sottrazione di minori da parte dello Stato. È stata quasi definitivamente scoperchiata la “verità” sulla questione degli affidi, anche grazie al lavoro di quotidiani come PaeseRoma.it e ImolaOggi.it, che partecipano direttamente al monitoraggio di iniziative popolari che insorgono al fenomeno. Un altro importante convegno si svolgerà il 18 luglio presso la Camera dei Deputati, ad annunciarlo è lo stesso direttore Armando Manocchia (ImolaOggi.it).
Anna Catalano
“Le statistiche nazionali rivelano che l’80% delle sottrazioni di minori coatte sono conseguenza dell’ex art. 403 CC che, lo dico subito, va inderogabilmente abrogato o, in alternativa, modificato radicalmente, perché è il cavallo di troia che alimenta il business criminale, il ‘mercato’, una vera e propria compravendita di minori.
So che una commissione della Lega sta lavorando ad un progetto per affrontare questo drammatico fenomeno e, proprio perché ne conosco il senso e in parte il contenuto, sento il dovere morale di intervenire e l’imperativo categorico di dire che non è sufficiente. Per carità, va bene tutto ciò che si sta facendo in funzione della famiglia e dei minori, e apprezzo il lavoro del Ministro Fontana, ma dal mio punto di vista non è ancora abbastanza perché, per risolvere un problema, bisogna capire come e sapere chi genera quel problema. A mio avviso, tale Commissione non discute dell’argomento fondamentale e cioè dell’abrogazione o in alternativa, della modifica della legge 403, perché è proprio da lì, dalla sua abrogazione – o dalla modifica di questa legge criminosa – che bisogna partire per mettere fine a questo mercato e risolvere definitivamente il drammatico fenomeno del business dei figli sottratti e allontanati ingiustamente dai genitori o come dice il Ministro, dell’omicidio delle anime di questi angeli e dei suoi genitori.
E’ quindi assolutamente indispensabile rivedere l’art. 403 del Codice Civile, per togliere lo strapotere alle assistenti sociali ed affidarlo ad una commissione ad hoc, composta da autentici professionisti dei servizi sociali, della psicologia e psichiatria, e di un responsabile che rappresenti i famigliari.
Tale commissione deve attivarsi urgentemente in conseguenza della relazione dell’assistente sociale e, con un contraddittorio medico-scientifico, deve decidere se sussistano davvero gravissimi motivi per procedere all’allontanamento dei figli dai propri genitori. Il giudice poi, sulla scorta della relazione prodotta dalla Commissione – e non come fa ora, che decide solo e semplicemente sulla scorta di quanto ha scritto una assistente sociale, che opera quasi sempre con motivazioni di inidoneità genitoriale, quando troppo spesso, l’unica non idonea è proprio lei – deve decidere in merito alla relazione della Commissione.
“Io lo reputo equiparabile a un omicidio: non si uccidono i corpi, in questo caso, ma le anime.” (Lorenzo Fontana, Ministro per la Famiglia)
Checché ne pensiate, nessuna famiglia, quindi neanche la vostra è potenzialmente al riparo dall’errore o dall’orrore del giudice, dello psicologo, come dello psichiatra e dell’assistente sociale. Quando accade un fatto drammatico come questo, non c’è risarcimento che tenga e guarda caso, quasi sempre non esiste neppure un “colpevole” da punire.
La famiglia, com’è facile immaginare, è confusa, ferita, umiliata e totalmente impotente di fronte a questo sistema che, definire arbitrario, è un complimento. La confusione regna sovrana e si rivolge spesso ad un legale che di questo argomento ne sa meno di loro e così la famiglia oltre al danno della violenza subita, subisce anche la beffa di sostenere spese legali per un calvario che non finirà mai più.
La maggioranza delle persone che leggono di queste tragedie, reagiscono spesso dicendo: “se accadesse a me ti farei vedere io cosa farei”. Invece, e per fortuna, non c’è mai una reazione violenta o delittuosa di fronte a questo dramma. Non c’è perché – o almeno io me lo spiego così – le famiglie ferite, spezzate, umiliate e violentate, invece di reagire contro il sistema rivelatosi criminale dai fatti storici e recenti, restano interdetti, si rifugiano nel silenzio, si ammutoliscono. E questo accade perché, da un lato sperano nella remota possibilità di riabbracciare i propri figli, e dall’altra sperano in una Giustizia che non arriverà mai perché non c’è e se c’è è spesso complice.
Sì, avete letto bene. E’ proprio la giustizia (stavolta volutamente in minuscolo) che è complice. E’ la giustizia che non è Giustizia che è coinvolta, che c’è dentro fino al collo.
Quindi, sempre a mio avviso, bisogna aiutare i genitori, bisogna difendere e ripristinare l’integrità della famiglia ed il suo ruolo centrale ed insostituibile nella formazione dei figli. E’ necessario ricostruire un tessuto sociale di solidarietà, capace di promuovere un servizio di assistenza in funzione dei reali interessi della famiglia aggredita, offesa, umiliata. E ribadisco, è assolutamente indispensabile, anzi, improrogabile, riformare la legge che consente, con una banalissima laurea breve, senza la minima esperienza professionale, e secondo me, soprattutto senza sapere cosa vuol dire essere Mamma e capire cosa sia un figlio, tenerlo in grembo per nove mesi e allattarlo, curarlo e crescerlo, e senza aver costruito una Famiglia, di avere lo strapotere decisionale che questa legge assurda dà, di togliere, di sottrarre, di scippare, di strappare dalle braccia della sua mamma e del papà, i suoi genitori, i figli per relegarli in un vero e proprio centro di detenzione a scopo di lucro che, per offendere quella grande Istituzione pilastro della nostra società, offensivamente chiamano; “casa famiglia”, il cui business rende dai 70 ai 400 euro al giorno.
Stiamo promuovendo un incontro che si terrà giovedì 18 luglio alle ore 16 nella Sala delle Conferenze della Camera dei Deputati Palazzo Theodoli Bianchelli Piazza del Parlamento 19 per richiamare l’attenzione della classe politica dirigente su questo drammatico fenomeno al fine di promuovere interrogazioni per conoscere dati più precisi.
Più fonti – e tutte attendibili – parlano di decine e decine di migliaia di figli rapiti dallo Stato e ritengono che questo fenomeno sia alimentato a scopo di lucro perché pare produca un business di oltre due miliardi di euro annui. Approfondendo l’argomento si potrà sapere quanti figli sono effettivamente rinchiusi in questi centri di detenzione e quanti centri di detenzioni sono attivi. Si potrà sapere chi sono i proprietari. Che fatturato annuo fanno e tutto quanto è di interesse per scoperchiare questo vaso di pandora da cui esce un odore nauseabondo.”