‘Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce‘ fin qui tutto bene, ma non è proprio così nella realtà dei fatti, la passione non è un’emozione, anzi in futuro avremo ancora fame, sete e voglia di fare l’amore. I sentimenti, infatti, ‘sono come una droga‘, l’ossessione, l’illusione come la pena d’amore creano di fatto una dipendenza in quanto il centro della stessa è collegato con il sistema dopaminico, che si attiva durante un trauma. Se non ci si riesce ‘autonomamente’ occorre ricorrere al vecchio metodo ‘occhio non vede e cuore non duole‘ ma l’amore non risparmia nessuno tutti siamo condannati ad innamorarci ancora perché l’amore agisce sul cervello, come la paura e nessuno è indenne. Il ‘cervello è come un gatto sdraiato addormentato‘, tutto può scatenarsi nel giro di pochi minuti.
Da un’amore immaginario non corrisposto o per consolarsi da un’atroce mancanza si guarisce con il distacco netto, tutto ciò è scientificamente provato. L’illusione d’amore è una dipendenza affettiva, in quanto si poggia su un sentimento profondo: ‘essere usati, non considerati ed al contempo percepire se stessi come indegni di venir amati dall’altro, ci si fissa su un ideale ma alla fine si trova solo un uomo desiderato ed una delusione cocente‘, una vera, reale e tangibile delusione, anche perché nella realtà tutti abbiamo delle necessità di bisogni da sostenere. L’illusione della falsa reciprocità: ‘ti dò così tu mi dai‘; l’illusione sta nell’attesa del prescelto che possa prendersi cura di noi, davvero e dal profondo, del dolore e della sofferenza provata. Il vissuto illusorio si poggia su di una ferita antica, che c’è, c’è stata e resterà lì per sempre, ma solo tu hai la responsabilità di te stesso!
Il sentiero è arduo e difficile però non si può con stratagemmi e ricatti costringere qualcuno che non ci corrisponde ad amarci, non esistono soluzioni, brevi strategie o ‘scorciatoie’ facili. Uscire da una pericolosa storia d’amore è possibile accogliendo ‘lo schiaffo violento dato dalla realtà delle cose‘. Il dolore ristruttura e ridefinisce la nostra esperienza, crea empatia con gli altri e con sé stesso, con i bisogni mai ascoltati prima.
Antonella Betti