«Mia cara amica, io solo porterò nel cuore ciò che di più profondo si cela sotto forma di melanconico ricordo. Laudato sia il tempo trascorso tra viole odorose e sparse e sguardi di letizia.Io posseggo, mia cara, la poesia che ti ritrae in ogni tua prospettiva. Torno ora dal bosco che odora di sole e pino..», così scriveva Gabriele D’annunzio, in una delle sue lettere all’amante Marchesa Casati, una delle donne più discusse, eccentriche e trasgressive degli inizi Novecento, che fu capace di trasformare sé stessa in opera d’arte, leggenda vivente e rappresentazione di modernità ed avanguardia.
Luisa Amman nasce a Milano nel 1881, figlia di un ricchissimo industriale del cotone e nel 1900 sposa a Pordenone il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino. I marchesi Casati vivono tra Roma, Milano, Londra, e Parigi dove acquistarono il Palais Rose, che la Marchesa soprannominò Palais du Rêve, castello alle Porte di Parigi appartenuto a Robert de Montesquiou. Nel 1903 Luisa incontra Gabriele D’annunzio con quale avrà una lunga relazione amorosa- tra di loro si chiameranno Ariel e Corè, e Palazzo Fortuny a Venezia, una delle città che lei più amò, palcoscenico delle sue stravaganti performance, è la sede che ospita la stupenda mostra dedicata alla “Divina Marchesa”, come la definì il Vate che fu ammaliato dal fascino, dai sogni e dalle follie di quella donna che citò in numerose opere.
L’esposizione che conta oltre un centinaio tra dipinti, abiti, sculture, fotografie di grandi artisti del tempo provenienti da musei e collezioni internazionali, è stata ideata da Daniela Ferretti,curata da Fabio Benzi e Gioia Mori e coprodotta da Fondazione Musei Civici di Venezia e da 24Ore Cultura – Gruppo 24, ed è frutto di un lungo lavoro di ricerca, e come dichiarato dal Direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia Gabriella Belli : « Ho incontrato la marchesa Casati nei diari di guerra di Marinetti, nei dipinti di Carrà, nei ritratti plastici di Balla, nelle lettere piene di ammirazione di Martini, nelle sculture di Boccioni, nelle memorie capresi di Depero. L’ho seguita nelle sue danze e nei contatti con i Balletts Russes e con il grande Bakst, capace di creare per lei costumi unici. Ho ammirato il suo furore collezionistico, la sua capacita d’essere musa e interprete di una visione futurista della vita e sempre mi sono ripromessa che avrei approfondito prima o poi questa conoscenza, dedicando alla divina marchesa una meritata riflessione, oggi concretizzata grazie all’intelligente lavoro e alla geniale intuizione di Daniela Ferretti, che ha scelto palazzo Fortuny come luogo perfetto per celebrarne il mito».
La Divina Marchesa,donna bizzarra ed affascinante, una dark lady decadente ma anche musa di surrealisti, dadaisti e futuristi, seppe affascinare poeti, pittori, scultori, fotografi che la immortalarono tra i quali: Gabriele D’annunzio, Alberto Martini, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, il barone Adolph de Meyer, Cecil Beaton, Man Ray. Protagonista particolarmente eccentrica e bizzarra di feste spettacolari , dall’abbigliamento e dal trucco vistosi, dai pitoni al nude look, spettacolare trasformista con labbra dipinte di rosso scarlatto e capelli rossi, amante dell’occulto e degli eccessi, dilapidò la sua immensa fortuna e si ridusse in miseria morendo nella più triste indigenza a Londra nel 1957 dove fu sepolta nel Brompton Cementery. Il suo epitaffio, recita le parole di William Shakespeare per descrivere Cleopatra in Antonio e Cleapoatra: «L’età non può appassirla, né l’abitudine rendere insipida la sua varietà infinita».
La mostra “La Divina marchesa , Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli anni folli” sarà aperta al pubblico sino all’ 8 marzo 2015.
Per ulteriori info: 041 0988107 – www.mostracasati.it; www.fortuny.visitmuve.it
di Daniela Paties Montagner