In concomitanza con la 58° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, si conclude oggi a Venezia, con grande successo di pubblico”There is a Beginning in the End” presso la Chiesa di San Fantin, una location d’eccezione, dopo lavori di restauro durati un decennio. Una mostra d’arte contemporanea per commemorare il 500° anniversario dell’artista veneziano Jacopo Robusti, detto il Tintoretto, che ospita opere di artisti contemporanei quali i russi : Dmitry Krymov e Irina Nakhova , e lo statunitense Gary Hill . Si tratta di un’esposizione molto particolare strutturata come una sorta di liturgia contemporanea in cui ogni azione è una nuova opera d’arte che avvolge l’intero spazio della chiesa, con l’ aggiunta di opere multimediali, e dove le opere dialogano con il contesto storico del luogo, oltre ad un dipinto di Emilio Vedova e un Tintoretto originale. A completamento della mostra anche un progetto del team svizzero !Mediengruppe Bitnik per sottolineare l’atmosfera di partecipazione e affiliazione con una segreta Confraternita veneziana.
Come scrisse Jean-Paul Sartre: «Tintoretto è Venezia, anche quando non dipinge Venezia», e i lavori di questi 3artisti, creati appositamente per l’occasione, vogliono essere una reinterpretazione dell’opera del grande Maestro veneziano, invitando i visitatori ad una totale immersione nel mondo di Tintoretto, ,che per la sua energia, carattere determinato, e per l’interpretazione drammatica della luce e della prospettiva fu definito “ Il furioso “dal Vasari.
Dmitry Krymov, moscovita,classe 1954, scenografo, ha creato un’installazione performativa ispirata all’Ultima Cena esposta nella Chiesa di San Trovaso, ed ha ricostruito sull’altare di San Fantin una realtà alternativa basata sul trompe-l’oeil, creando un’illusione ottica e inducendo gli spettatori a dubitare della correttezza della loro percezione.
Irina Nakhova, anch’essa moscovita, classe 1955, ha realizzato invece un’installazione multimediale composta di tre parti, ognuna delle quali vuole essere un riferimento preciso alle opere del Tintoretto, e tutte reinterpretano storie bibliche dal punto di vista della storia contemporanea. Per l’artista russa “ tema fondamentale nelle opere di Tintoretto è l’energico, vigoroso movimento delle masse, ricco di intensità emotiva. Un materiale terrestre ricerca vorticosamente una via d’uscita anelando allo spazio esterno trascendente, difficilmente comprensibile ma percepibile attraverso l’opera di intensa drammaticità di Irina Nakhova”.
Infine, Gary Hill, artista , scultore e videoartista statunitense di Santa Monica , classe 1951, ha scomposto i dipinti di Tintoretto in patterns , utilizzandoli poi come base per creare nuove essenze sonore e luminiscenti. “È lo spazio della coscienza più che lo spazio architettonico ad ispirare il lavoro di Hill. La combinazione di immagini visive e intensi suoni elettronici consente una profonda esperienza sin estetica”.
In mostra anche “ Tondo”,una delle ultime opere di Emilio Vedova , con la quale il Maestro rappresenta il concetto di circolarità infinita del tempo, oltre all’eterno scontro di situazioni inquietanti che inevitabilmente turbano il mondo: quali: guerre, ingiustizie ed oppressioni. E, proprio come Tintoretto, Vedova “ha padroneggiato grandi spazi e ha sempre agito come una forza della natura. L’impiego della forma circolare per lui diviene l’occasione di andare oltre l’ambiente pittorico attraverso la connessione spazio-tempo”.
A conclusione della mostra, uno stupendo dipinto originale del Tintoretto “L’origine d’Amore”, della collezione dell’antiquario veneziano Pietro Scarpa, che rappresenta il focus concettuale dell’esposizione stessa. Quest’opera, commissionata nel 1562 Federico Contarini, procuratore di San Marco ed anche uno dei fondatori della Compagnia della Calza degli Accesi, andó ad arredare una della sale della Biblioteca Marciana, che oltre ad importante centro culturale della Venezia del XVI secolo, fu anche la sede privilegiata degli incontri dei membri della confraternita stessa. Nell’opera del Tintoretto, ispirata alla trama del “ Dialogo d’amore” del filosofo e scrittore italiano Sperone Speroni ( 1550-1588), Apollo sorregge con la mano un braciere con un’anima umana al suo interno, nella quale il sole accende l’amore. Il giovane dio è accompagnato dalle figure di Afrodite Pandemos e Afrodite Urania , l’amore terreno e celeste. L’opera dimenticata fino al 1991, fu riscoperta successivamente grazie alla famiglia Scarpa.
“There is a beginning in the End” fa parte di progetto speciale nell’ambito dell’iniziativa “Pushkin Museum XXI” ed è stata realizzata grazie a Stella Art Foundation e il Museo Pushkin .