Tornata come nuova. Per mano di uno sponsor giapponese. Ormai ci siamo quasi: si avvia alla conclusione il cantiere per il restauro della Piramide Cestia sulla via Ostiense, almeno per quanto riguarda la parte superiore, partito a marzo 2012 grazie ad una donazione dell’eclettico imprenditore giapponese Yuzo Yagi. Con i ponteggi quasi tutti smontati da giorni, romani e turisti sono già riusciti ad ammirarla. Via il nero fumo causa smog, benvenuto al suo colore originario bianco, non candidissimo. Le transenne ancora delimitano l’area dei lavori, ma l’operazione di restyling sembra essere, almeno in larghissima parte, conclusa. Leggendo l’iscrizione presente sulla facciata, ora, non si apprende più a fatica che il monumento capitolino fu costruito in 330 giorni a partire dalla morte di Caio Cestio. Via i rifiuti sottostanti, via il degrado, via i cespugli d’erba che crescevano negli interstizi, respirano gli antichi blocchi di marmo. Dobbiamo ringraziare la generosità di un businnessman del Sol Levante, rimasto folgorato dall’imponente bellezza della Piramide romana – e che, per questo, ha deciso di siglare un contratto con la Soprintendenza Speciale Archeologica – se adesso la Capitale può riappropiarsi di uno dei suoi simboli millenari.