Lo Spazio Rossellini promuoverà diverse tipologie di interventi che riguarderanno il teatro ,nelle sue diverse declinazioni e sfaccettature come la danza, la musica, il cinema, dando spazio a realtà che affrontano con mezzi differenti la pluralità dei linguaggi dello spettacolo dal vivo. Sarà uno spazio da abitare e attivare, da pensare in chiave formativa, un luogo accogliente per le compagnie sostenute in periodi di residenza: in sintesi un polo dedicato alla creatività. Un’importante occasione per creare una rete che coinvolga le Istituzioni a livello locale e nazionale, le università e i centri di formazione, le produzioni artistiche, le associazioni culturali e sociali che operano nel settore della cultura e dello spettacolo da vivo. Il coordinamento artistico progettuale è di Katia Caselli
Cinque proiezioni esclusive per la visione della rough copy (una “copia lavoro” molto vicina a quella definitiva, non ancora in distribuzione) di “The Italian Baba – La mia grotta in india” per la di regia di Omar Rashid, in cui ci si immerge nei lontani paesaggi indiani alla ricerca di una guida, un guru, e si compie un viaggio interiore attraverso le parole del testo di “A Piedi Nudi sulla Terra” di Folco Terzani. Voce narrante Elio Germano che ne cura la regia.
Omar Rashid, nato in Iraq e cresciuto a Firenze. Si diploma al Polimoda di Firenze nel 2002, crea la sua linea streetwear e usa canali non convenzionali per farla conoscere. La passione per i nuovi linguaggi e la loro applicazione diventa l’elemento centrale della sua professione. Nel 2016, insieme a Elio Germano, realizza NoBorders VR, primo documentario italiano che usa la realtà virtuale; vincitore del premio Migrarti del MiBACT al Festival del Cinema di Venezia. Oggi con il suo progetto multimediale Gold Enterprise realizza progetti in VR, parallelamente insegna viral marketing e web communication allo IED di Firenze.
Grazie a queste proiezioni vedremo ancora una volta come la realtà virtuale possa essere lo strumento che ci permette di assaporare e vedere luoghi con i nostri occhi e allo stesso tempo con gli occhi di qualcuno che non siamo noi: un viaggio a 360° che parla di vite vissute e ancora da esplorare. La ricerca personale che riguarda la vita di ognuno di noi e il viaggio che si intraprende per trovare le risposte alle nostre domande.
La realtà virtuale non andrà a sostituire il cinema o la concezione tradizionale del linguaggio audiovisivo, piuttosto si creerà un suo spazio come storicamente è sempre accaduto ai nuovi media: nel rapporto tra teatro e cinema prima e in quello tra cinema e televisione poi. Se continuiamo a percorrere la strada del paragone possiamo dire che probabilmente il cinema andrà a perdere una sua esclusività e pertanto non è da escludere il fatto che possa subire un contraccolpo ma la VR resta un linguaggio con una struttura e delle regole diverse. Se prendiamo ad esempio lo sguardo in macchina, sappiamo bene come questa tecnica, nella tradizionale cinematografia, porti lo spettatore fuori dalla storia in quanto viene bucata la parete della quarta dimensione. Al contrario, con la realtà virtuale si ottiene l’effetto opposto nella misura in cui ci si troverà ad essere coinvolti direttamente nella narrazione da uno dei personaggi.