Viviamo in un periodo storico-politico molto delicato che con il passare del tempo diventa sempre più terra di conquista di personaggi pseudopolitici che si affacciano all’incirca ogni 5 anni solo per far bottino di voti e spartirsi gli incarichi o poltrone istituzionali. Analizzando la situazione, all’ombra del 2020 non esiste più una radice politica, esistono dei simboli senza storia, senza pensiero politico. Come si può parlare, scrivere, appartenere, programmare senza conoscere la nostra storia politica?
I nostri giovani, che avvertono più di tutti il peso di questa precarietà esistenziale, ne sono le vittime. Questo è il compito che spetta alla politica è ora di dire basta, c’è bisogno di fare e di far si che i nostri territori tornino ad essere protagonisti. il territorio è andato riacquistando un’importanza crescente nelle politiche dello sviluppo tanto in Italia quanto in Europa, riaccendendo il dibattito interdisciplinare sul suo significato e sulla sua funzione nelle trasformazioni che segnano il nostro tempo.
Sono nuovi gli orientamenti della geografia, ma anche dell’economia, delle scienze sociali, dell’architettura e dell’urbanistica, oltre che delle scienze biologiche, antropologiche e politiche, il territorio sembra diventare la chiave di volta indispensabile per decifrare la condizione in cui versano le società ma al tempo è chiamato a esercitare un protagonismo crescente di fronte ai processi di globalizzazione economica, culturale e politica che caratterizzano la contemporaneità.
Il territorio come nozione di verità, mai sfuggente e polisemica, la soluzione indispensabile per l’evoluzione e la crescita delle risorse sociali ed economiche di un paese che vuole evolvere. L’Italia deve quindi puntare a questo.
La politica deve diventare una struttura funzionante, efficace e sicura per tutti i cittadini.
Ad maiora
Lara Maria Ferrara