Venerdì 25 ottobre alla Camera dei Deputati si è tenuta una riunione che ha voluto dare ancora maggior vigore e importanza all’inchiesta riguardante i “sequestri di Stato” la drammatica storia dei minori sottratti alle famiglie biologiche.
Questa volta a fare luce sulla vicenda c’erano anche l’ex ministro per la famiglia e neuropsichiatra Antonio Guidi, l’avvocatessa Elisabetta Rampelli, la scrittrice Antonella Betti, il Gip di Roma Anna Maria Gavoni, oltre al garante per l’infanzia della regione Lazio Jacopo Marzetti e a molti altri personaggi di spicco del panorama socioculturale della capitale. Presente all’evento anche la redazione di PaeseRoma.it, il quotidiano che da mesi sta portando avanti anche grazie alla collaborazione con l’avvocato Carlo Priolo, l’inchiesta sulla sorte dei bambini strappati all’amore dei propri genitori.
L’evento è stato, di fatto, l’occasione per gli ospiti per parlare delle proprie esperienze e per esprimere un’opinione in merito a quanto sta accadendo non soltanto a Bibbiano ma in tutta Italia. «Per me Bibbiano è un estremo esempio negativo» ha dichiarato l’ex ministro Antonio Guidi «ma poi nella prassi di moltissimi territori è la quotidianità. O cambiamo le regole del gioco o le regole del gioco produrranno solo mostri. Basta coi tribunali dei minorenni! E’ indispensabile un tribunale della famiglia».
A rincarare la dose è stata proprio l’autrice del libro Vite strappate dagli anni ’70 ad oggi Antonella Betti, che ha subito sulla sua pelle lo strazio di una separazione dai genitori biologici in tenerissima età. «Io stessa sono una bambina affidata in forma anomala. Il mio testo autobiografico è stato scritto per il bisogno di raccontare un calvario vissuto personalmente, fatto di persecuzioni, intimidazioni e stalking. Hanno cercato di far sì che non denunciassi. Questo libro-inchiesta è il frutto della mia voglia di libertà di poter vivere la mia vita e di potermi riprendere quella fetta di esistenza che inconsapevolmente mi è stata tolta a soli quattro mesi e mezzo di vita per giochi di potere».
A domanda specifica del direttore del quotidiano PaeseRoma.it Michelangelo Letizia, il garante per l’infanzia della regione Lazio Jacopo Marzetti ha affermato che la regione di cui si occupa ha già fatto una mappatura delle case-famiglia presenti sul territorio laziale e che tutte le strutture che gli sono state segnalate da genitori che si trovavano in circostanze anomale sono state visitate personalmente da Marzetti, il quale si è reso disponibile nell’affrontare insieme a chiunque ne abbia bisogno un controllo sulle comunità che ospitano i bambini affidati a queste ultime dalla legge.
Il sito a cui fare rifermento per la mappatura delle case-famiglia nel Lazio è http://www.garanteinfanzia.regione.lazio.it/garante_infanzia/argomento/mappatura_strutture_residenziali_per/206/230/
Anna Catalano