È tempo di leggere, è stato il motto di quest’anno. È sempre stato il tempo di leggere per molti. Non è detto che molti, invece, troveranno più tempo per leggere dopo essere stati alla fiera. Chi ama la lettura, probabilmente, se ne andrà a casa sapendo che esiste qualche volume e qualche casa editrice in più. Chi non ama particolarmente la lettura, semmai fosse giunto al Palazzo dei Congressi e non fosse stato scoraggiato dal prezzo del biglietto, non è detto che dopo l’esposizione sia corso a casa a divorare qualche romanzo. La modalità di esposizione è stata bene o male identica agli altri anni, e bene o male, in questo senso non arrivano nuove proposte di fruizione del prodotto letterario, per esempio. Una sorta di libreria allargata.
Non sono mancate novità sul piano dei contenuti, naturalmente. Validissime e attuali discussioni sono state affrontate per approfondire questioni attuali, sia dal punto di vista letterario che non. Iniziative interessanti sono state organizzate dalle aziende partner, come dimostrano i workshop del Gruppo Editoriale l’Espresso. Modalità interessanti quelle pensate per avvicinare i bambini alla letteratura: dalle letture pubbliche svolte da attori, allo spazio – mancante per gli adulti – dedicato alla lettura sul posto.
In ogni caso, a fiera chiusa, si può osservare una straordinaria resistenza del settore. Alcune scelte felici confermano la capacità della piccola e media editoria di saper interpretare ancora i gusti del pubblico, sia pure un pubblico di affezionati. Tutto ciò lascia sperare in una comunque funzionante comunicazione tra l’editoria e il lettore. Qualsiasi apertura di genere si risolve in un successo. Da parte degli editori ma anche degli organizzatori, visto lo spazio accordato alla fumettistica e all’illustrazione in generale.
Elisiana Fratocchi